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S, LORENZO DA BRINDISI PREDICATORE a Vienna, dove lo desiderava il duca Massimiliano di Baviera, a cui aveva pure cooperato lo stesso Cardinale Spinelli (76). A Milano, mandatovi da'Paolo V come paciere tra il Duca Sabaudo e l'amministrazione milanese, Lorenzo cantò, come predicatore al popo– lo, il canto del cigno. La predicazione fu contrassegnata in modo partico– lare da diversi miracoli, che fecero salìre l'entusiasmo e la venerazione per il santo Predicatore (77). E mi pare che il detto sia sufficiente per farvi intravedere quello che fu di straordinario la sua predicazione al popolo. Così posso passare a dire brevemente dellà sua predicazione agli ebrei. c) predicazione agli Ebrei Ne parlo dopo la predicazione al popolo cristiano, non perchè abbia cronologicamente seguito questa; ma solo perchè merita una considera– zione a parte. La predicazione agli ebrei, specie dopo la seconda metà del Cinque– cento, ha una storia degna di nota, nella quale si ammira da una parte, l'amore dei Sommi Pontefici per i figli di quel popolo che una volta fu il prediletto, e dall'altra lo zelo di molti uomini apostolici, che lavorarono per assecondare i desideri dei Pontefici. Qui non è possibile nemmeno sunteggiare tale storia (78); basti dire che essa, caldeggiata da varie persone, nacque come iniziativa privata, e poi in seguito fu regolata e resa obbligatoria col Breve Pontificio del 29 a'gosto 1584 « Sancta Mater Ecclesia » del Pontefice Gregorio XIII (79). Con esso si ordinava che in tutti quei luoghi, dove era un numero d'Israe– liti sufficiente a formare una sinagoga, nel giorno di sabato, o anche in altro giorno della settimana, in luogo stabilito, non però « uhi sacra con– fici solent », si facesse agli ebrei ivi adunati, da un maestro in teologia o da un altro idoneo, possibilmente perito nella lingua ebraica, un sermo– ne o lez.ione, nella qualé si dovevano esporre le Scritture del vecchio Te– stamento. Voleva il Pontefice che si discutesse sì delle verità della fede cristiana, che si dimostrasse loro come il Messia che attendevano era già venuto; ma senza ira e livore; anzi con carità e pazienza, col solo scopo di aprire le menti loro alla luce della verità. (76) HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 12; Vie, pp. 160, 174. (77) HrnRONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 17; Vie, pp. 244, 252. (78) Per più ampie notizie sopra tale predicazione cf. P. A. Zuccm, O. P., ll predicatore degli ebrei in Roma, in Memorie· Domenicane, 1934, t. LI, pp. 200- 205, 255-264, 313-321. (79) Bullarium Romanum, t. VIII, pp. 487-488, Augustae Taurinorum, 1863.
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