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70 P. GUSTAVO CA:\ITlNl religiosi e popolo facevano a gara per udire la sua parola che sapeva sì bene trovare i segreti dei cuori. Il fatto richiama alla memoria il Gene– rale s. Bonaventura, di cui sappiamo che dovunque si recasse, in Italia ed all'estero, sempre e d()!llunque, era pregato di parlare, perchè egli sapeva aprire i tesori delle Scritture e penetrare nelle anime, illuminandole ed in– fiammandole. Delle predicazioni quar'esimali tenute da Lorenzo quando era già su– periore o aveva incarichi nell'Ordine, bisogna ricordarne quattro. La pri– ma a Ferrara nel 1598, la seconda a Napoli nel 1605, la terza ad Aversa nel 1606, la quarta a Milano nel 16!8. La prima, quella di Ferrara, fu celebre perchè Lorenzo ebbe tutti i giorni come uditore il Pontefice Clemente VIII. Lorenzo aveva solo 39 anni e come Visitatore generale, visitava la Provincia veneta. Il Sommo Pontefice lo arrestò a Ferrara, ove Ei dimorava, e volle che in quell'anno vi predicasse la quaresima. Il Pontefice e la sua corte concepirono grande stima del giovine predicatore (75). Merita una speciale menzione la quaresima di Napoli tenuta nel 1605, perchè in qùel tempo egli era Ministro Generale del suo Ordine, che ave– va ormai conventi e Provincie anche all'estero, e quìndi non dovevano es– sere nè poche nè piccole le sue preoccupazioni come Superiore. E si noti che egli si trovava nel regno di Napoli in visita pastorale, e quindi le sue cure erano anche maggiori. Ma che cosa non può lo zelo nell'anima di un Santo? Comunque una predicazione fatta da un Generale di Ordine è sem– pre cosa da essere rilevata, molto più che da un testimone presente a tale predicazione sappiamo che Lorenzo predicava due volte al giorno; la mattina, secondo il solito, alla Messa conventuale o capitolare, sopra la pericopa evangelica del giorno, e nel pomeriggio sopra la Vergine Ma– dre di Dio (75a). A predicare là quaresima ad Aversa nel 16o6 lo volle il Card. Spi– nelli, che ne era Vescovo. Lo aveva conosciuto e sentito nel 1599 quando era Nunzio a Vienna e Lorenzo vi andò come Commissario destinato a tra– piantarvì la nuova riforma francescana. Lorenzo giunse ad Aversa con– valescente di un grave attacco di gotta, suo incomodo abituale; e dopo avervi predicato con grande frutto, ne ripartiva per recarsi un'altra volta (75) Loc. cit., p. 88; HIERONYMUS A PELLETTE, p. 93. Teste, Adamo da Rovigo. (75a) HrnRONYMUS A PELLETTE, op. cit., pp. u, ro5-ro6.

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