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62 P. GUSTAVO CANTINI c) aspetto L'aspetto .. « Nella faccia pareva un S. Paolo», dice lo stesso testi– mone (43). Il ravvicinamento di Lorenzo a S. Paolo fu senza dubbio ispi– rato al teste dalla barba, nota caratteristica dei Minori Cappuccini, e che in Lorenzo aveva qualcosa di singolare, come abbiamo udito. Ora non va taciuto che ciò piaceva tanto nel Cinquecento, che il portare la barba era diventato una specie di ambizione, specie nei predicatori. Il Conven– tuale Musso portava la barba, e lo stesso faceva il Panigarola deì Minori; ed a me fu dato incontrarmi in una disposizione capitolare tenuta dai Padri dell'Osservanza nel 1563 alla Verna, in cui si proibisce ai Frati di coltivare la barba, anche sotto .il pretesto di predicazione (44). Iddio concesse a Lorenzo anche questo dono, ed egli in piena ar– monia con la Famiglia religiosa che aveva abbracciato, lo fece servire alla gloria di Dio ed al bene delle anime, armonizzandolo col suo ardente zelo di guadagnarle a Cristo. d) voce Al suo aspetto ed alla sua voce accenna pure Leone XIII nella Bolla di Canonizzazione, quando ricorda la donna vana, che andò, a Venezia, per mera curiosità, ad udire il nuovo predicatore dei Minori Cappuccini, di cui già si dicevano meraviglie; ma « Eius aspectu et voce ita commota est ut illico conscientiae suae labes expiari voluerit » ( 45). e) vis oratoria Aggiungete al complesso di tutte queste belle qualità enumerate la vis oratoria, vale a dire, come Lorenzo ricorda (46), « il modo di pronun– ziare atto, conveniente, venusto, grato», la voce, lo sguardo ispirato, l'e– spressione del volto, tutta la persona che ravvivava la parola che gli fluiva dal cuore, e voi avrete viva davanti agli occhi la persqna di questo evan– gelico predicatore. Si legge di S. Francesco che quando predicava « de (43) Loc. cit. (44) Chronologia historico-!egalis, t. I, p. 324: « Nulli praedicatori liceat, nec sub praetextu praedicationis seu quavis alia ratione, barbam nutrire, sub poena nullitatis actuum legitimorum ». (45) Cf. HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 57. (46) « In oratore potissimum est pronunciatio, modus utique dicendi aptus, conveniens, venustus, gratus ». Opera Omnia, voi. IV, p. 527.
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