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LA PERSONALITÀ DI S. LORENZO DA BRINDISI 39 assalito, disperdendola, la processione rogazionale dei monaci benedet– tini dell'abbazia di Santa Croce. Tale violenza costituiva una sfacciata violazione della libertà di culto. S. Lorenzo denunciò a Praga il sopruso e trattò la questione col nunzio. A corte non si volevano impicci e l'im– peratore Rodolfo II praticava una politica da silenziatore, mentre .il bat– tagliero difensore della fede non era uomo da lasciarsì intimidire. « Non senza gran rossore dei ministri 'di Cesare ne fece più volte passata in pulpito, riprendendo il poco zelo della Religion catholica » (n3). Egli stesso afferma che senza queste sue insistenze il Consiglio aulico non avrebbe incaricato nel marzo 1607 il suo grande amico ed ammiratore Massimiliano, duca di Baviera, di punire la città, costringendola con le armi al rispetto della tolleranza religìosa e perfino ad accettare la pre– senza dei Gesuiti, che vi promossero la restaurazione cattolica ( 1 1 4). Per questa agilità e prontezza con cui passa da un'impresa all'altra, agendo con tempestività in ogni occasione, egli è sospinto dalla polemica oratoria contro l'eresia a quella della penna. Questa scaturì da uno scon– tro, che fece epoca, ,con Policarpo Leiser, teologo, scrittore e oratore della corte del principe elettore di Sassonia, Cristiano II, al cui seguito venne a Praga nel luglio del 1607 (n5). All'indomani del suo arrivo, di dome– nica, ebbe l'audacia di propagandare la dottrina luterana con una pre– dica sulla inutilità delle opere nel cortile del castello. S. Lorenzo vuOil buttarsi il giorno stesso alla difesa; ma le autorità ecclesiastiche, il nunzio e l'arcivescovo, lo frenano per ragìoni di prudenza; esse si limitano ad una protesta diplomatica per la violazione della legge che permetteva nel regno di Boemia l'esercizio soltanto del culto cattolico e di quello hussi– ta. Ma dopo il secondo sermone sulla fede giustificante, tenuto dal Lei– ser il mercoledì, davanti ad una folla attratta numerosa dalla novità, egli fa rompere gli indugi; prendendo l'iniziativa sugli altri oratori auto– rizzati (il gesuita p. Andrea Neupauer rispose la domenica), al mattino seguente nella chiesà del convento davanti ai due nunzi, all'arcivescovo, ai ministri e ufficiali di corte e al popolo accalcato, confuta l'avversario. Egli si arrovella per l'assenza di questi alla pubblica tenzone; si sente me– nomato nel dover combattere un antagonista latitante. Lo sfida tuttavia, con un gesto drammatico, sul terreno della cultura biblica, di cui i protestanti fanno sfoggio, disprezzando come pieno di manipolazioni il testo della Volgata. Getta in mezzo all'uditorio il guanto, ossia i volumi (n3) lbid., p. 18-19. (u4) L; PASTOR, op. cit., t. XII, p. 522-523, Roma, 1930. (n5) Opera Omnia, t. II, Lutheranismi Hypotyposis, pars I, p. XIV-XXV.
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