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LA PERSONALITÀ DI S. LORENZO DA BRINDISI quello esegetico e omiletico usato da s. Lorenzo. Anche nell'oratoria, che costituisce il mezzo più comune di diffusione della dottrina cattolica, egli si presenta come modello alle future generazioni dei predicatori. 7. - CARICHE NELL'ORDINE; COME MINISTRO GENERALE NE RAPPRESENTA LO SPIRITO E L'ATTIVITÀ. Un religioso di così rapida eminenza non poteva tardare ad es– sere impegnato nei compiti della gerarchia monastica; la sua capacità già collaudata in imprese di apostolato e di studio lo porterà nelle cariche a potenziare l'Ordine in quel periodo del suo slancio espansionistico in Italia e nelle regioni d'oltr'alpe, che va, dalla chiusura del Concilio di Trento alla totale indipendenza giuridica della famiglia cappuccina dall'alta pro– tezione dei Minori Conventuali nel 16r9. A 28 anni è guardiano a Ve– nezia (1587-1589); a 31 i confratelli toscani lo eleggono provinciale (1590- 1592); a 35 è ministro provinciale nella sua provincia veneta (1594-1596); a 37 ascende alle cariche generalizie come defin~tore generale (1596-1599); a 39 i cappuccini svizzeri lo nominano provinciale (1598), ma non vi potè andare; a 40 è rieletto definitore generale (1599) e viene inviato come commissario a diffondere l'Ordine e a difendere la fede in Boemia e in Austria; a 43 gli è conferita la carica suprema di ministro generale (1602- 1605); a 47 è di nuovo commissario generale a Praga (1606-1610); a 49 i confratelli delle Puglie, sua provincia natale, con calda ed ingenua pre– tesa lo eleggono a distanza, sebbene inutilmente, loro provinciale (1608); a 52 a Monaco funge da commissario generale per il Tirolo-Baviera (16n-1612); a 54 viene eletto per la terza volta definitore generale e con– temporaneamente esercita l'ufficio di ministro provinciale di Genova (16r3- 16r6); a 57 ritorna, per malattia, semplice padre di famiglia, a Verona (1616); a 58 i confratelli della provincia veneta lo vogliono almeno guar– diano a Vicenza (16r7); a 59 il èapitolo generale del 16!8 gli confida la sua ultima ,carica di definìtore generale. Da santo autentico, accettò le prelature con sincero turbamento e con rassegnazione; esse l'impegnarono ancor maggiormente in una di– sciplina personale che egli considerava come un dovere per una superiorità che era sostenuta più ad esempio di virtù che ad autorità di posizione e di comando. Il compito <li un ministro generale si esplicava soprattutto nella visita alle provincie, per provvedere e per stimolare i sudditi alla osservanza di quella forma particolare di vita che era propria della gio– vane riforma francescana dei Cappuccini. Essa contava a questa dàta 30 provincie con 713 conventi e 8803 religiosi. S. Lorenzo ispezionò tutti i
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