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P. ILARINO DA MILANO L'attività oratoria, che s'inizia formalmente all'indomani della ordi– nazione sacerdotale e che perdura fino all'anno anteèedente la morte con l'ultimo quaresimale predicato a Milano nel 1618, con– ferisce alla sua personalità ampiezza di dominio intellettuale e morale, abbondanza di comunicazione e di rendimento delle sue ricchezze di studioso e di apostolo. I testi, infatti, celebrano l'efficacia della sua parola a qualsiasi categoria di persone fosse rivolta: cattolici, ebrei, protestanti, persone religiose, dignitari ecclesiastici e civili, e in qualsiasi forma venisse presentata: esortazioni, prediche dottrinali e mo– rali, omiletiche, panegiriche; con gli avversari: . apologie, controversie, lezioni scritturali. Alla completezza della scienza e alla versatilità esposi– tiva bisogna aggiungere il secreto del suo successo, e cioè un irresistibile accento di convinzione e di commozione, che spesso lo scioglieva tutto in lagrime, e uno slancio così vigoroso da spingerlo a parlare alle folle anche per più ore. Per moderare tale impeto « m'ordinò - riferisce un fratello laico suo compagno - che quando fosse finito il termine o della metà o fine d'essa predica, non l'accennassi solo col tirargli il mantello, seu abito, come suol farsi ad'altri, ma che gli ponessi la mano ·a carne ignuda nella polpa della gamba, e lo stringessi, perchè altrimenti forse non l'avrebbe inteso; e io osservando il sopradetto ordine ciò feci, e mi accadette più volte che non solo con stringere le gambe non m'intendeva, ma ne anca con sbattere una gamba con l'altra, con dargli pizziconi, e facendogli altri strazi, tanto era astrabto, et infervorato nel predicare; et erano di modo gli strazi, che io gli faceva, che io ne aveva compassione, et esso l}On faceva mai atto d'intendermi» (72). Predicava abitualmente in italiano, anche a Praga; agli ebrei sapeva rivolgersi con eleganza nella loro lingua, intenerendo i loro cuori con l'affetto paterno; questa benevolenza non gli impediva talvolta qualche scatto duro, quando essi davano prova della loro tradizionale ostinazio– ne (73). Nel 1601 il nunzio Spinelli sopraccitato nota il suo progresso nel- :nouveaux que je pus me procurer; ce fut envain que je cherchai le traité sur la manière de bien précher. Il est constant qu'il n'a jamais été imprimé. li n'en existe que quelques copies manuscrites ». Sembra, quindi, che alméno quest'ultime abbia :avuto sotto mano. (72) Sacra Rituum Congregatio... Summ~rium ... cit., p. 58, § 75" (73) Il promotore della fede tenterà di ricavare da alcune frasi amare all'in· ,dirizzo degli ebrei una obiezione contro il dominio di s. Lorenzo sui sentimenti dell'animo; cf. Sacra Rituum Congregatio... cit., Animadversiones..., p. 17, n, 50; erano piuttosto sfoghi di zelo e di un sincero e abituale affétto verso di loro, che nei contrasti cresceva di tono; cf. ibid., Responsio facti et iuris ad animadversiones, p. 149-r50, n. 1-5.

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