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2 44 FR. ADEODATO G. CARD. PIAZZA particolari del tempo. Oggi che i compiti dell'apostolato vengono parte– cipati ai laici per la salvezza di una società laicizzante e quasi avulsa dal sacerdozio, la lezione dell'umile Cappuccino, dominatore delle folle e dei principi, può estendere largamente la sua efficacia d'incoraggiamento e di metodo. Ciò che sembra caratterizzare il nostro tempo è l'impugnazione aper– ta di ogni verità religiosa, è l'agognata demolizione dell'edificio fondato sulla «pietra», è la lotta satanica contro Cristo e chi lo rappresenti. Al giudaismo irreducibile e al fanatico protestantesimo, che solleva pur og– gi il capo a insidiare anche da vicino l'integrità della fede cattolica, si è associato un altro nemico, più deciso e temibile, che ricorda la « barbariem etiam Divinitatis contemptricem », debellata ad Alba Reale: il comuni– smo ateo e rivoluzionario. Lorenzo da Brindisi può ben fornire, con le sue argomentazioni solide dell'Hypotyposis, le armi per la controversia della fede, può ancora riunire i cattolici in una santa lega per la difesa della civiltà cristiana, può tuttora animare le milizie sacerdotali e laicali alle lotte pacifiche e gloriose fino alla completa vittoria. Un segno, che incoraggia: ad aver fiducia nelle nostre sorti presenti e future della società, è il movimento crescente di pietà mariana nel po– polo, a cui corrisponde lo studio più accurato e profondo dei temi ma– riologici, in ordine a migliore conoscenza, a più forte amore, a più ren– tita esaltazione della Vergine, Madre di Dio e nostra. Lorenzo da Brin– disi può essere posto a guida di tale movimento pratico e speculativo. Po– chi, come lui, zelarono e predicarono la devozione filiale· a Maria, e po– chi, al pari di Jui, seppero illustrare i privilegi della sua Maternità divina, del suo immacolato Concepimento, della sua corporea Assunzione al cielo. Alla vigilia, forse, della definizione dogmatica dell'Assunzione, tanto lar– gamente e intensamente auspicata, il richiamo non può non apparire di felice e urgente attualità. Ha egli raggiunto, con la pubblicazione degli Opera Omnia, la pie– nezza meridiana della sua glorificazione ? Sette anni dopo la morte di Lorenzo, il grande Arcivescovo di Milano Federico Borromeo giudicava, sulla testimonianza di uomini sommi, che « siffatto luminare non si do– vesse tener occulto sotto il moggio, ma porre sul candelabro mediante ca– nonica sanzione e autorità legittima» (r9). I Sommi Pontefici attuarono tale voto di Prelati e di Principi, di persone religiose e del popolo devoto. Ma sembra a noi, con umile riserva e sottomissione, che manchi un'au-. (r9) Cf. HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 7r.

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