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S, LORENZO DA BRINDISI « VIR APOSTOLICUS » 2 35 za il suo sacerdozio, che. fiorì e fruttificò stupendamente per il corso non lungo ma intenso di trentasette anni. Al mandato implicito si aggiunse più tardi la volontà espressa della suprema Autorità Ecclesiastica per mis– sioni ardue e continue, che Lorenzo accettò con piena dedizione e assolse con successo. I Pontefici Gregorio XIII, Clemente VIII, Paolo V videro in lui l'uomo più indicato e meglio preparato a sostenere la causa cattoli– ca contro le insidiose· propagande dei giudei refrattari e dei novatori pro– testanti. Egli, infatti, vi portava una formazione apostolica completa e ri– spondente a tutte le esigenze dell'alta missione. Tralasciando gli episodi oratorii dell'infanzia, che furono quasi segni di una predestinazione, e le sue doti naturali d'ingegno pronto e versatile, di animo nobile e fervido, di carattere fermo, di tatto squisito nell'azione, che furono come il fondo della soprastruttura morale, è certo che Lorenzo acquistò in sommo gra– do, attraverso la educazione religiosa e sacerdotale, tutti gli elementi in– dispensabili all'apostolo: spirito di preghiera, di disciplina e di sacrificio; fervore di zelo per la salvezza delle anime e il trionfo della fede cattolica; non comune cultura dogmatica e filosofica, scritturistica e letteraria. Ma bisogna riconoscere che tutto questo, più ancora che di studio personale, parve frutto e prodigio di santità e di scienza infusa; particolarmente la sua conoscenza prodigiosa delle lingue antiche e moderne: franc'ese e tedesca, latina e greca, caldaica e siriaca, e soprattutto ebraica, parlata da lui in modo da sembrare agli stessi ebrei appartenente alla loro na- , zione. « Dio - afferma Leone XIII nella bolla di canonizzazione - largì a Lorenzo, come agli Apostoli, il dono delle lingue, affìnchè parlasse con la bocca di molti chi alla salute di molti era destinato» (3). L'influsso della santità nell'apostolato è profondo e decisivo. Lo zelo, che è l'anima dell'apostolo, si alimenta dalle forze interiori e sopranna– turali: la fede che è luce fra le tenebre e, come la luce, tende a irradiarsi per conquistare le anime; la speranza che sostiene con la fiducia del suc– cesso e con la certezza dei divini soccorsi; la carità che infiamma il cuore e muove la volontà alle più alte e coraggiose imprese per la causa di Dio e per il bene del prossimo. Queste energie spirituali, che Lorenzo posse– dette con ricchezza impareggiabile, danno appunto ragione della sua at– tività apostolica. Infatti « da qui - osserva Leone XIII - l'assiduo e fer~ ventissimo suo impegno di orazione, durante la quale era spesso rapito in estasi; da qui la sua singolare venerazione verso l'augustissimo S_acra- ---·--- (3) Cf. HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 56.
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