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218 MONS. SALVATORE GAROFALO cordava che cosa fosse scordarsi; dicendomi di più che lui si confidava, quando la Scrittura sacra si fosse persa, di farla in lingua hebrea » (r4). E un altro testimonio afferma che egli sapeva la Bibbia a memoria « non solo in confuso, ma anca distintamente, allegava i capi, et i versetti,. aveva abilità grande in pronto di rispondere a dubbi della Scrittura» ( 1 5). La Sacra Scrittura « la possedeva in sommo» ( r6), ed « era talmente pronto in trattare della Sacra Scrittura, tanto nel citare il testo Ebreo co-, me il Latino, che pareva avesse tutta la Bibbia a mente, aprendo la Bib– bia trovava ciò che voleva, sempre teneva in cella e portava in viaggio la Bibbia non solo Latina ma anco Ebrea, avendo quasi del continuo o l'una o l'altra nelle mani (17). A Praga, disputando con gli Ebrei per mol– te ore, mentre i Rabbini tenevano sotto gli occhi i loro libri, egli li con– futava riferendo i testi a memoria (r8). Non sembri pleonastica questa insistenza sulla familiarità che S. Lo– renzo aveva con la Bibbia. Il primo passo per una buona esegesi è la co– noscenza diretta della letteratura sacra, l'assorbimento graduale del modo di esprimersi dei Sacri Autori. Non è un mistero per nessuno che gli ese– geti oggi sono costretti a leggere troppi libri sulla Bibbia e troppo poco la Bibbia. Nè Lorenzo si fa illusioni quasi bastasse una assidua lettura della Bibbia per poterla comprendere. Egli è perfettamente conscio che i testi sacri sono pane duro per denti saldissimi: « Quomodo, quaeso, facilis est Divina Scriptura? Quia facilia intellectu sunt quae docet, an quia facili planoque sermone methodoque omnibus obvia et aperta tradit quae do-· cet? Qui prìus affirmat homo est piane dementissimus; nam Divina Scriptura tractat de Deo, de Trinitate... deque aliis rebus altissimis, ac proinde intellectu difficillimis. Qui vero affì.rmat posterius, quid loquatur· prorsus ignorat; nam, praeter innumeras locutiones fìguratas, tropos, sche-, mata, metaphoras, aenigmata, parabolas, praeter dialectos et phrases lin– guarum originalium, praeter infinitas eclipses et reticentias verborum,. manifestum est quod Vetus Testamentum hebraice scriptum fuit et sine punctis, quas motiones dicunt, et pro vocalibus serviunt, ita ut saepe divi-• (14) P. Filippo da Soragna. Cf. HrnRONYMUs A PELLETTE, op. cit., p. 103. (r5) P. Bernardo da Napoli. Cf. HrnRONYMUs A PELLETTE, op. cit., p. 96. (16) P. Filippo da Soragna. Cf. HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. ·104. (17) P. Giovanni a Mercato Saraceno. Cf. HIERONYMUS A PELLETTE, op. cit., p. 109. (r8) Secondo la testimonianza oculare del P. Filippo da Soragna. Cf. op. cit.,, p. 104 s.

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