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216 MONS. SALVATORE GAROFALO Toleto e Nic. Serrario. E' il secolo di Sisto di Siena, iniziatore della Intro– <luzione biblica, di Giovanni Morin, di Giacomo Bonfrère, di Benedetto Pereira, di Gaspare Sanchez, di Antonio Agelli, di Francesco Lucas di Bruges, di Gilberto Genebrardo, di S. Roberto Bellarmino, di Giovanni Pineda, di Cornelio J ansens, vescovo di Gand, di Giovanni Lorin, di Gu– glielmo Hessel van Est (Estio), di Benedetto Giustiniani, di Francesco Ri– bera, di Cornelio Alapide, di Giovanni Mariana, di Giacomo Tirino, di Giovanni Stefano Menochio; e la lista non è certo completa. 3. - ATTITUI>INI ESEGETICHE m s. LORENZO. La valutazione più ragionevole e convincente per una giusta stima di S. Lorenzo esegeta consiste piuttosto nella identìficazione degli aspetti personali e concreti della sua attività biblica, di ciò che dimostra nel gio– vane Cappuccino una autentica tempra di esegeta e che ci consente di guardare a lui come a un esempio da poter ancora seguire. Si può, infatti, affermare che la vera vocazione intellettuale di S. Lo– renzo sia stata quella dell'esegeta: la vocazione più spontanea e per la quale aveva le migliori attitudinì. Il ministero della predicazione che gio– vane sacerdote, a 23 anni, nel 1582, lo vide già sui pulpiti di varie regioni d'Italia, lo mette per ovvie ragioni a contatto vivo e immediato dei sa– cri testi. Poco dopo, tra il 1584 e il 1587 gli è affidato da Gregorio XIII la predicazione agli Ebrei; dal 1587 al 1589 ricopre l'ufficio di guardiano e lettore di Teologia e Sacra Scrittura nella Provincia Veneta dell'Ordine. A partire dal 1590 è preso da una attività febbrile che necessariamente lo distrae dallo studio tranquillo e metodico. Tra i 25 e i 31 anni soltanto egli ha potuto, dunque, attendere se– renamente agli studi, ed è appunto a questi anni che gli Editori attribui– scono la redazione della Explanatio. I biblicisti,avrebbero motivo di dolersi che S. Lorenzo sia stato distolto dal suo lavoro scientifico s.e non fossero felici di aver ceduto alle neces– sità incombenti dell'apostolato un uomo così egregiamente dotato. I suoi volumi avrebbero occupato maggiore spazio nelle biblioteche, ma è molto meglio che un più grande numero di anime abbiano popolato il regno dei cieli. Ad esse Lorenzo può dire con S. Paolo: « E' man'ifesto che voi siete lettera di Cristo scritta da noi... non già con i'nchiostro, ma con lo spirito del Dio vivo, non già su tavole di pietra, ma su tavole di carne, sui vostri cuori » (9). (9) II Cor. 3, 3.

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