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202 MONS. PIETRO PARENTE di propagazione; tale peccato non solo è distacco da Dio e quindi priva– zione della sua grazia e dei suoi doni, ma è anche deterioramento della stessa natura umana, che resta perciò minorata, indebolita, soggetta alla concupiscenza che non viene eliminata neppure dal battesimo; ma l'uo– mo mantiene sostanzialmente integra la sua natura e specialmente la sua. libertà. Ma, com'è evidente, i canoni del Concilio, relativamente sobri,, non dirimevano tutte le questioni agitate dagli Scolastici specialmente in– torno alla volontarietà del peccato trasmesso e intorno alla concupiscenza.. Nonostante l'atteggiamento tomistico del Concilio di Trento, non pochi teologi sotto l'influsso umanistico dell'individualismo, persero di vi– sta il peccato di natura e considerarono facilmente il peccato originale co– me colpa personale. Si aggravava così la questione della volontarietà: di qui la teoria del Catarino, seguita poi da molti altri fino ai nostri giorni, di un patto intervenuto tra Dio e Adamo considerato come capo e rap– presentante giuridico dell'umanità. Di qui ancora la strana teoria della traslazione delle volontà dei posteri in Adamo; si parlò perfino di una imputazione del peccato del padre ai figli, adottando così un motivo lu– terano. Divergenze insorsero anche riguardo alla costituzione essenziale del peccato trasmesso e alla funzione della concupiscenza. L'altra questione, della giustizia originale, si rimise in fermento per la dottrina di Baio e la sua condanna sotto Pio V. In questo clima teolo– gico aggrovigliato verrà a trovarsi il nos.tro S. Lorenzo che naturalmente ne risentirà non poco l'influsso, come si dimostra dalla sua incertezza in alcuni punti della dottrina sùllo stato primitivo e sulla caduta del genere umano. Anzitutto è interessante vedere quale sia il concetto del Santo sulla giustizia originale (19). Si sa che S. Agostino non è chiaro su questo punto, ma sembra ridurre la giustizia originale a una rettitudine aggiunta da Dio· alla natura umana insieme con la grazia. S. Anselmo su questa traccia de– finisce la giustizia originale « rectitudo voluntatis per se servata», senza. parlare della grazia. Di qui la teoria che fa capo a Pietro Lombardo, secondo cui la giusti– zia è dono fatto alla natura e destinato a trasmettersi con la stessa gene– razione ai posteri; la grazia invece è dono personale non trasmissibile per generazione. Dopo il Prepositino S. Tommaso unisce la giustizia con la grazia, facendo di questo l'elemento formale di quella. Ora S. Lorenzo resta sulla linea del Lombardo, distinguendo netta- (19) Opera Omnia, vol. III, Explanatio in Genesim, p. 248 ss., Patavii 1935..
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