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LA DOTTRINA TEOLOGICA DI S. LORENZO DA BRINDISI 201 Notevole la causa formale riposta nella vera fede, mentre i teologi sogliono ridurla all'autorità suprema (causa formale estrinseca) e al fine (causa formale intrinseca). Ma l'argomento della vera .fede, come s'è det– to, è per il Nostro di capitale importanza e include il primato di Pietro e perfino le quattro note. In conclusione si deve riconoscere nell'Ecclesiologia laurenziana una struttura, che; a differenza di quella del Bellarmino e di altri teologi di professione, più che da argomenti speculativi deriva il suo vigore e la sua saldezza dalla documentazione esegetica e patristica, che prelude ai più distinti lavori di teologia positiva, come quello del Franzelin. 3. - LA QUESTIONE DEL PECCATO ORIGINALE NELLA SUA EVOLUZIONE STORICA E NEL PENSIERO DI S. LORENZO, Due opposte crisi di pensiero si determinarono nella storia del cri– stianesimo intorno al domma del peccato originale: il pelagianesimo ispi– rato a un ottimismo naturalistico e il luteranesimo a sfondo pessimistico. La Chiesa intervenne per l'uno e per l'altro, trac·ciando la via del.la verità fra i due estremi. Ma come i Concili africani e l'altro di Orange non chiu– sero definitivamente la. prima vertenza, così neppure il Concilio Triden– tino riuscì a chiudere la seconda. Rivendicata l'esistenza del prii;no pec– cato e la sua trasmissione nei posteri, rimaneva da chiarire il mistero del- 1' essenza del peccato trasmesso. Su questo punto gli Scolastici fin dall'ini– zio sono molto divisi. Una buona sistemazione si ha in S. Tommaso, che raccogliendo la migliore tradizione fissa l'elemento formale del peccato nella privazione della grazia santificante, riducendo ad elemento pura– mente materiale la concupiscenza e attenuando la vulneratio della natura troppo accentuata da S. Agostino. Questa soluzione si fondava su analogo concetto della giustizia originale: elemento formale la graz,ia che subor– dinava la ragione a Dio; elemento materiale il dono dell'integrità, che subordinava la rn1tura inferiore alla ragione. S. Tommaso aveva insistito anche sulla connessione non solo morale, ma anche fisica tra Adamo e i suoi posteri, sviluppando il concetto di peccato di natura, che in Adamo fu tale come atto, mentre nei posteri passa come abito o stato. Quanto al~ la volontarietà, necessaria a costituire un vero e proprio peccato, S. Tom– maso la restringe all'atto peccaminoso di Adamo come volontarietà exer– cita, mentre allo stato indotto nei posteri basta una volontarietà connexiva in base all'unità fisica e alla conseguente solidarietà tra il capo e i suoi discendenti. " Il Concilio di Trento adotta sostanzialmente questo sistema contro le aberrazioni luterane: da Adamo si trasmette un vero peccato per via
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