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IN.TRODUZIONE Allorchè nel 1928 i benemeriti Padri Cappuccini della Provincia Ve– neta rendevano di pubblica ragione il Maria/e di S. Lorenzo da Brindisi - la perla delle sue « Opera Omnia » - il mondo dei dotti rimase come attonito dinanzi alla ricchezza di un tale tesoro. Un vero coro di lodi, forse mai udite, si alzò da parte dei teologi per esaltare la dottrina mariana del Brindisino. Così il Campana, uno specialista in materia, non esitava a. scrivere che « pochi hanno saputo parlare della Madonna come S. Lo– renzo da Brindisi, e nessuno meglio » ( 1 }. Il P. Romualdo Bizzarini di– chiarava che il Mariale « è ciò che di meglio e di più completo si sia scritto su la Vergine Madre di Dio» (2). Nella vita del Servo di Dio P. Anselmo Trèves O. M. I., intitolata « Con la Madonna», uscita recentemente in 2 edizione, si racconta come egli bramoso di penetrare sempre più l'ineffa– bile mistero di Maria, si era formato, per suo conto, una ricca biblioteca Mariana, che fu giudicata la più bella della Provincia Italiana degli O– blati. Nel 1933, un anno prima della sua santa morte, potè avere un esem– plare del Mariale di S. Lorenzo da Brindisi. Inutile dire che lo divorò subito, con indicibile soddisfazione. E scrisse queste testuali parole: « Non potrò resistere dal berne quotidianamente dei lunghi sorsi, gli altri libri ora mi sembrano insulsi». (3). Dinanzi a queste recise e significative asserzioni, sorge spontanea la domanda: che cosa ha di particolare la mariologia di S. Lorenzo da Brin– disi da far apparire quasi senza sapore la mariologia di tutti gli altri?... E' la domanda alla quale tenterò di dare una risposta, non nasconden– domi la grave difficoltà dell'impresa. Dinanzi alla pienezza dei pregi della (1) P. HIERONYMUs A FELLE.TTE, O. M. Cap., De S. Laurentii a Brundusio activitate apost. ac operihus iestimonlorum elenchus, p. 231, Venetiis 1937. . (2) L'Osservatore Romano, 30 dic. 1932. (3) RossETTI, Con la Madonnn, p. 267, Roma 1948.

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