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P. GAETANO M. STANO <lo igitur cum isto homine agendutn? quomodo ex Sacris Litteris dispu– tandum? » ( 1 59). Dovendo quindi trattare della questione di principio, non la dà vinta all'avversario. Nella Prefazione generi/e, in due paragrafi distinti, dimo– stra l'utilità e la necessità della tradizione; non solo, ma arriva a cogliere ]'avversario in contraddizione con se stesso: mentre infatti da una parte egli rifiuta la tradizione, dall'altra vi ricorre volentieri quando gli fa como– do. Questo non va bene, dice il Santo: il buon codice cavalleresco vuole che si combatta ad armi pari: « Lege monomachiae nonnisi paribus armis pu– gnari debet » (160). Dunque anch'egli ricorrerà, quando occorre, alla tradi– zione per affiancare e corroborare l'argomento della Scrittura; ricorrerà ai Padri, a quegli antichi e venerandi Padri, santi, dottissimi, versatissimi nelle Scritture, vicinissimi ai tempi apostolici e quindi più fedeli interpreti della dottrina degli Apostoli: essi hanno compreso le.Scritture assai meglio che i novatori: « Existimamus S. Scripturam longe melius intellexisse quam no– vi isti homines, qui ne cum minimo quidem illorum sunt pietate vel erudi– tione conferendi » (16!). E le citazioni dei Padri sono frequentissime (162) ed aggiungono peso all'argomento scritturistico: se non dal punto di vista dogmatico (perchè i protestanti non attribuivano alcun valore dogmatico alle dottrine dei Padri), certamente dal punto di vista esegetico-storico, di– mostrando quella continuità e quella concordia che è sicura garanzia del– la retta· interpretazione della Scrittura. La Lutheranismi Hypotyposis, l'unica opera che nell'intendimen– to del Santo era destinata alle stampe, anch'essa rimase a dormire il son- (159) lbid. (160) P. I, p. n. Si sa ché per i protestanti era un principio inconcusso la sufficienza della S. Scrittura ed il ripudio della tradizione. Ma in pratica la cosa andava diversamente, per la necessità di difendersi dal rimprovero déi cattolici di apportare innovazioni in materia di fede: di qui il ricorso all'antica tradizione, agli antichi Padri; di qui il bisogno di antidatare la loro dottrina, attribuendola ai Padri più illustri dei primi secoli, che avrebbero conservata intatta la fede dei Van– _geli, da cui la Chiesa di Roma si sarebbe sempre più staccata attraverso i secoli. Ma in tutti i casi attribuivano alla tradizione un 'autorì.tà puramente storica. (Cf. ·PoLMAN, op. cit., p. 539 s.). (16I) lbid., p. 12. - Tutti i grandi controversisti cattolici del sec. XVI e XVII (e come, in pratica, anche gli avversari) hanno sempre dato grande rilievo all'argo– -mento della Tradizione. (162) Il P. GmoLAMO DA PELLETTE ha calcolato che nei tre tomi dell'Ipotiposl sono citati oltre 3000 testi patristici, da circa 300 opere di ben 70 scrittori (op. cit., p. 1 97),

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