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S. LORENZO DA BRINDISI CONTROVERSISTA 1 35 si può osservare che S. Lorenzo è appenà al principio della discussione, ed ha bisogno di partire da una base comune, ammessa anche dai suoi avversari, per i quali è pacifico che la Chiesa di Cristo è la società dei veri credenti. Se fin dal principio avesse incluso esplicitamente nella no– zione della Chiesa l'elemento gerarchico, ogni discussione coi protestanti sarebbe stata inutile ( 1 55). Ma quando in seguito svilupperà più distinta– mente il concetto e la nozione della Chiesa di Cristo, saprà bene insistere sulla necessità del vincolo gerarchico, che è il sigillo autentico dell'apo– stolicità. In una discussione teologica coi protestanti, base d'ogni argomen– tazione doveva essere necessariamente la S. Scrittura. I protestanti affer– mavano di volere discutere soltanto con la Scrittura alla mano. S. Loren– zo li attende su questo terreno, ed è pronto a battersi con le stesse armi. La conoscenza che egli aveva dei Libri Sacri e delle lingue bibliche origi– nali gli permetteva di affrontare tutte le questioni sollevate dagli avver– sari e di risolverle vittoriosamente, come pure di avvantaggiarsi nell'of– fensiva contro i medesimi. Perciò non ha alcuna difficoltà ad accogliere la sfida del Leyser: « Non detrectamus in hanc arenam descendere solis Divinae Scn'pturae armis decertaturi » (156). E per conto suo saprà battersi a meraviglia, con un'e– segesi aderente al senso letterale, basata sul testo, anche originale, conte– sto e luoghi paralleli. E riuscirà facilmente ad aver ragione dell'avversa– rio. Per riferire un solo es.: i protestanti d'allora sofisticavano (e così anche in seguito) sul noto testo del Primato di Pietro (Matt. 16, 18), obiettando che Cristo disse non già: « Tu es Petra», ma, in forma aggettivale « Tu es Petrus ». S. Lorenzo fa semplicemente osservare che nell'originale ara– maico la forma è sostantivale, « Kepha », e questa significa precisamente « pietra, roccia», ossia fondamento della Chiesa (157), Tuttavia egli fa garbatamente osservare all'avversario che col princi– pio della Scrittura sufficiente a se stessa non potremo neppure sapere quali sono le Scritture: << Sed tamen opus est quaerere a Polycarpo: quibusnam Scripturis agendum est?» (158). Tanto più che il Leyser, ignaro dell'ebrai– co, aramaico e greco, avversario della Volgata, ammette soltanto la ver– sione di. Lutero, che tuttavia non contiene tutte le parti della S. Scrittu– ra e dagli altri eretici (Calvinisti, Zwingliani, ecc.) è rigettata: « Quomo- (155) Cf. CoNsTANTIN, op. cit., p. 4. (156) P. II, p. 496. (r57) P. II, p. 167-. (158) lbid., p. 496.

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