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J>. GAETANO M. STANO essenziali: l'unità e l'apostolicità; unità di origine, di fede e di governo; apostolicità nella successione e nella dottrina. Largo sviluppo viene dato a ciascuna di queste due note, specialmente all'apostolicità: l'unione dei Ve– scovi successori degli Apostoli, e l'unione col Vescovo di Roma, successore di Pietro: ecco il sigillo autentico dell!apostolicità, qualità essenziale ed in– derogabile della vera Chiesa, che non può competere alla chiesa luterana. Tra le altre qualità che si riscontrano nella Chiesa di Roma e difettano in quella protestante, sono la cattolicità e la mirabile fecondità, che si mani.. festa incessantemente nella conversione dei popoli e nella fecondità delle opere. Infine la perenne vitalità e indefettibilità. In queste pagine che trattano della Chiesa, il Santo ha trasfuso tutta la passione del suo animo di apostolo. Egli le ha sviluppate con singolare dovizia di prove e di riferimenti, tutti tratti dalle Scritture e dai Padri. L'immagine della vera Chiesa, rifulgente delle preziose doti di cui Cristo l'ha arricchita, in contrapposizione alla desolante visione della chiesa lu– terana, << synagoga satanae », è la dimostrazione più evidente della verità e la più chiara condanna dell'eresia e dell'opera di Lutero. La dimostrazione. ecclesiologica di S. Lorenzo si basa essenzialmente sulla prova delle note. Va ricordato a questo proposito che l'argomenta– zione per la via delle note, nella sua forma attuale, è sorta nel sec. XVI, durante le controversie della fede contro i protestanti. Sembra essere stato il Card. Hosius il primo a utilizzare le proprietà della Chiesa in funzione di note a scopo apologetico. Virtualmente però questa prova è molto an– tica e risale ai Padri, per i quali in sostanza c'è identità tra argomentazione ex proprietatibus e argomentazione ex notis. S. Lorenzo attinge le sue prove in grandissima parte dai Padri (r36). V. - METODO. Ci resta da parlare del metodo dell'l potiposi. Il Santo così lo defini– sce: « Utemur... medio quodam genere inter oratorium et scholasti– cum » ( 1 37). Un genere intermedio dunque tra quello propriamente ora– torio e quello strettamente scolastico. mentre i Padri e i Tèologi comunemente assegnano il primato alla nota ddl' aposto– licità. Forse per lo scopo pratico e apologetico che il Santo si prefiggeva, la nota della santità .aveva un più efficace valore dimostrativo, non intrinseco, ma éstrin– seco, per il marcato contrasto. esistente, sotto questo riguardo, tra la Chiesa cattolica e la setta protestante (cf. P. CoNSTANTIN, op. cit., pag. 23). (r36) lbid., pag. 92 seg. (r37) P. I, p. r3.

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