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S. LORENZO DA. BRINDISI CONTROVERSISTA 129 questa trattazione, più che le altre, conferisce un vivo interesse apologe– tico a tutta l'opera. Ed ecco come procede il Santo nella sua dimostrazione. Nella sez. I. (3 dissért.) tratta del f andamento della chiesa luterana: « questa poggia sull'infrangibile roccia della parola di Dio » - gridano ad una voce i luterani -; << essa poggia unicamente, in definitiva, sull'autorità di Lutero», risponde e dimostra S. Lorenzo: di Lutero, che rigetta la tradizione e pervertè le Scritture (131). Devesi conchiudere che, men– tre la Chiesa cattolica fondata da Cristo sulla roccia di Pietro è una costruzione salda e incrollabile, la chiesa lutérana, fondata sopra Lutero e la sua fallace autorità, è inconsistente e labile (132). Passando quindi (sez. II) dai fondamenti all'edificio stesso, analizza minuta– mente le qualità distintive della chiésa luterana. A base del ràgionamento è l'assio– ma evangelico che << ogni albero -buono produce frutti buoni, e ogni albero cattivo frutti cattivi» (MATT. 7, 17). Ora per riconoscere l'albero buono piantato da Cristo, bastérà esaminare i frutti ossia le qualità. E qui si susseguono otto dissertazioni, che sono tra le migliori di tutta l'opera, in bell'ordine, con un crescendo di vigore dialettico e polemico. Per ogni disserta– zione, tré battute: la prima rappresenta la maggiore: - si dimostra alla luce della tradizione che le qualità o note della vera Chiesa di Cristo sono queste e queste; - la seconda è la minore: nessuna di quèste note compete alla chiesa luterana, mentre invece tutte rifulgono luminosamente nella Chiesa di Roma: - dunque - la conclusione - la chiesa luterana è falsa, e bisogna riçonoscere la Chiesa di Cristo, che è la Chiesa di Roma. Abbiamo in questa sezione l'intera trattazione delle note della Chie~ sa, sviluppata con metodo tipicamente apologetico ( 1 33). Tra le note (che in sostanza sono le quattro tradizionali: unità, santità, cattolicità, aposto– licità), la prima e fondamentale per S. Lorenzo, è la santità (134), che balza immediatamente all'occhio, nella sublimità della sua dottrina, nella virtù e nell'eroismo dei Santi, nella luce dei miracoli, nella fioritura di istituzioni sante; e questa nota rifulge mirabilmente nella Chiesa di Ro– ma, mentre manca assolutamente nella setta luterana. E qui viene a pro– posito la descrizione dei perniciosi frutti maturati dalla dottrina di Lute– ro nella sua setta, con la crescente decadenza morale,. lamentata e denun– ziata dagli stessi protestanti più autorevoli ( 1 35). Seguono altre due note (131) P. II, pp. 2y37. (132) lbid., pp. 37-40. (133) lbid., pp. 79-252. (134) lbid., p. 127. 1)35) P. II, pp. 230-252; cf. p. 82 « vera sanctitas tantum inter christianos re– peritur: extra Ecclesiam species tantum sanctitatis et pietatis reperiri postest ». - Può recare meraviglia che pèr S. Lorenzo la santità sia la « nota praecipua » della vera Chiesa (de sanctitate, quae Ecclesiae Dei in munda nota praecipua est», p. II, p. 127),

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