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S. LORENZO DA BRINDISI CONTROVERSISTA 127 La materia che il Santo abbraccia nella sua opera apologetica è assai vasta, e risalterebbe ancora di più se fosse sfrondata dal materiale super– fluo e ingombrante. Basta dare uno sguardo alle singole dissertazioni per convincersi che l'Autore non ha dimenticata nessuna delle questioni controverse nella polemica luterana. Nulla sfugge al suo occhio sagace. Egli maneggia con assoluta padronanza là complessa e intricata materia. E se non può attardarsi nelle singole questioni, perchè a lui preme la vi– sione d'insieme e la sintesi, tuttavia non manca, sia pure di passaggio e in– cidentalmente, di ribattere ciascun errore in particolare e di fornire in suc– cinto gli elementi per una solida dimostrazione. E' difficile trovare in un'altra opera di quell'epoca ~ se si eccettuano le trattazioni sistematiche del Bellarmino e del Becano - un catalogo jpiù completo delle eresie luterane. Esso si può facilmente ricavare dall'attenta lettura dei tre grossi tomi dell'Hypotyposis, ove peraltro manca un pre– ,ciso ordine dispositivo nella trattazione delle singole eresie. Accen– neremo soltanto alle principali: la S. Scrittura unica regola di fede ,ed interprete di se stessa (P. II, pp. 256-258); la fede' intesa come un moto fiduciale del cuore (III, 240); la sola fede giustifica (III, 236-252); la giustificazione come estrinseca imputazione dei meriti ,di Cristo (III, 207-218); inutilità delle buone opere (III, 159-174); il culto della Vergine e dei Santi, condannato (II, 313); l'efficacia ,dei sacramenti, impugnata (II, 302), la verginità e la castità, vili– pese (II, 301-314); solo peccato, l'infedeltà (II, 398, 501 ss.), ecc., senza parlare degli errori riguardanti la Chiesa. , Ma le questioni principali alle quali il Santo ha dovuto dare mag– ,giore risalto e sviluppo, per l'occasione e lo scopo dell'opera, sono quelle due fondamentali della giustificazione pe1· la fede e del valore delle buo– ne opere, alle quali era stato provocato dalla stessa polemica leyseriana. Esse vengono trattate ex professo nella III parte, che si presenta co– me la più organica e la più rifinita: nella sez. III (5 dissert.) si espone e difende la dottrina cattolica circa le buone opere, in risposta alla prima predica del Leyser; e nella sez. IV ( 6 dissert.) la dottrina della giustifica– zione per la fede, in risposta alla seconda predica del medesimo. Queste due questioni, strettamente connesse, ci offrono una sintesi dottrinale di alto valore non priva di originalità nel metodo, e sono un buon saggio della teologia controversista del Santo, di cui ci rivelano suf– ficientemente i pregi, il valore e il metodo. E possono essere - come

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