BCCCAP00000000000000000000816

S, LORENZO DA BRINDISI CONTROVERSISTA 123 Il quadro che S. Lorenzo traccia di Lutero è molto fosco (109). Senza dubbio l'ardore della polemica può avere spinto a calcare le tinte. Ma egli vede in lui essenzialmènte l'eretico (no), nel quale si riflettono press'a poco gli errori degli eretici passati, da Simon Mago ai Manichei, agli Ariani, ai Donatisti, ai Novaziani, ecc. (u1). Quindi lo giudica e lo bolla con franchezza e libertà apostolica e non consente alcuna attenuazione nei suoi confronti. Egli parte dal principio che tutte le eresie sono opera del diavolo, e perciò tutti gli eretici sono reprobi, perversi, lon– tani dalla verità, corrotti di mente e di costumi (112). Ora Lutero è la sentina di tutte le eresie; la sua mente e il suo cuore sono un labirinto inestricabile di erro– ri (u3): di conseguenza è anché « hominum maxime impiorum longe impiissi– mus » (u4). Non nega che avesse un grande ingegno, ma nega ogni valore e utilità ai suoi scritti, perchè inquinati· dal veleno dell'eresia; riconosce la sua singolare co– noscenza delle Divine Scritture, ma gli rimprovera la superba pertinacia nel se– guire la propria interpretazione, al pari degli antichi ~retici, contro il magistero della Chiesa (n5). Dalla corruzione della mente consegue la corruzione dei costumi: Lutero è jl massimo e il più pernicioso degli eretici, e anche il più perverso e il più empio. Potrà avere avuto delle virtù o delle buone qualità naturali, ma queste sono viziate in radice e quindi non sincere ma false e ipocrite. Nessuno creda che S. Lorenzo fondi il suo giudizio su Lutero sopra principi aprioristici o su opinioni preconcette. Egli si studia in ogni ca– pitolo di dimostrare con la cura più scrupolosa le sue asserzioni, riportan– do ad ogni pagina le testimonianze di un gran numero di autori, catto– lici e protestanti, e adducendo assai spesso le stesse parole di Lutero dai suoi scritti autentici. Difatti, sull'esempio di Pistorius, si era proposto « in– corruptae fidei testes ex domo rei adducere ad ipsum revincendum et damnandum » (n6). Per i suoi giudizi su Lutero, come abbiamo detto, il Santo si fond~ non soltanto sugli scritti di autori cattolici (come G. Eck, S. Giovanni Fischer, G. Faber, G. Lindanus, F. Staphylus, S. Hosius, Erasmo di Rot– terdam), ma anche sulle testimonianze di protestanti (come Melantone, Calvino, Beza, Ecolampadio, Brentz, Musculus, Selneccerus, Mathesius,. (109) Leggasi il giudizio complessivo che ne dà il Santo (addit. VI, p. I, p. 374 ss.) in risposta all'apoteosi che ne facevano i protestanti. (no) « Haeresiarcharum princeps et coryphaeus ». (n1) Cf. p. I, pp. 224 ss. ' (u2) « Cu.m omnes haereses opera diaboli sint... omnesque haeretici veritate privati, mente corrupti, circa fidem reprobi, filii sint nequam... » (p. II, p. 99). (u3) lbid., p. 231. (x 14) ]bid., p. 375. (n5) Cf. p. II, pp. 327, 344. (u6) Cf. addìt. XIII, p. I, p. 407 s.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz