BCCCAP00000000000000000000816

I20 P. GAETANO M •. STANO pieno di menzogne, di calunniè, d'insulti, di accuse, di invettive (89), Egli potreb– be tenere verso di lui lo stesso linguaggio, ma per lo più si astiene perchè, come dice S. Paolo, «. nos talem consuètudinem non habemus, neque Ecclesia Dei» (I Cor. II, 16) (90). Se è costretto ad usare talvolta la maniera forte, lo fa unicamente per com– battere l'errore, non per odio alla persona, di cui sinceramènte desidera la salute (91); egli vuole dimostrare con le stesse parole di Leyser chè è lui il maledico, il bugiar– do, il calunniatore, ecc. onde costringerlo per tal modo a rimirare le sue stèsse fat– tezze e ravvedersi (92).. Assai più nutrita e vivace è la polemica personale contro Lutero. :s. Lorenzo vi ha dedicato tutta la prima parte della sua opera, convinto che la rappresentazione al vivo dell'eresiarca sia molto utile ai fini apo– logetici. Non è da nascondere l'impressione che si sia eccessivamente at– tardato in questa prima parte, l'Ipotiposi di Lutero. Forse le circostanze ri– chiedevano in questo settore polemico una maggiore insistenz~ e un più forte risalto che non si sarebbe dato oggi. Non va dimenticato .che nel luteranesimo, come anche .nel calvinismo, l'influenza personale del fon– datore è stata sempre preponderante (93). Quindi, fìnchè ferveva la po– lemica luterana, era pressochè inevitabile per i cattolici l'attacco a Lutero. Dopo i noti « panegirici pii » di Giov. Mathesius, gli elogi sperticati di (89) « Libellus in nos editus, cum sit refertus m~ltis mendaci'is, multis convi– ciis, et calumniis falsisque diminatìonibus...; nonnisi· violentis conviciis acerbisque, maledictis in nos invectus » (p. I, p. 22; cf. p. III, p. 15 e p. 58 ss., ove è riportato dall'opuscolo del Leyser tutto un florilegio d'insulti contro il Santo e contro il P. Neubauer). · (90) P. I, p. 7 s. (91) Bellissime parole al riguardo si leggono nell'Addit. IV alla I parte: « ... non hominis odio, cuius salutem, Deus scit, ex animo peroptamus, sed haeresis execrationè; canes Dei sumus in custodiam ovium deputati, contra lupos latrandum et insurgendum nobis est. Fiat Laiserus ex lupo ovis sicut Paulus, et dextras ei li– bentissime dabimus, sicuti Apostoli dederunt Paulo, postquam ex persècutore factus fuit praedicator fidei christianae, Erit nobis Laiserùs amicus et .frater carissimus, si ad nos catholicamque religionem conversus vènerit; si autem, ut ipse minatur, lupus redierit, non deerunt canes, qui in ipsum et latrent, et insurgant, et insecten– tur, ac ad turpèm fugam impellant )> (p. I, p. ⇒6r). (92) « Non dicimus haec, Deus scit, quod hominem contumelia afficiamus vel ut maledicta in nos furiose proiecta, maledicta recompensando aut· retaliando, paria refèramus...; sed ut speculum homini apponamus, quo vultum suum contemplari et seipsum cognoscere possit, ut, si dici non vult, desinat esse conviciator, calumnia– tor, etc. )> (p. I, p. 23; cf. p. III, p. 29 ss.). (93) P. PoLMAN, O. F. M., L'élément historique dans la controverse rèligieuse du XVI siède, cit., p. 539.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz