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S. LORENZO DA BRINDISI CONTROVERSISTA n9 ignoratur », e dove certamente non si fa la vita che conduceva Giov. Bat– tista nel deserto (83). Ma quel che preme al Santo è di dimostrare che Policarpo Leyser, è la viva immagine di Lutero: « Ego de homine nihil dico, nisi quod sit Martini Lutheri viva imago» (84); che è eretico, falso dottore, lupo tra le pecore, seminatore di zizzania e di veleno. Si sa che i protestanti non volevano essere tacciati d'eresia, ostentando di predicare il puro Vangelo e la pura dottrina di Cristo. Il Santo dimostra il contrario, movendo dalle stesse loro asserzioni e confrontandole con la dottrina delle Divine Scrit– ture. Nell'Ipotiposi di Policarpo Leyser c'è una intera e lunga sezione che s'intitola « de notis haereticorum », divisa in 14 dissertazioni (85): sono una diecina di hote distintive degli eretici, tratte dai Libri Sacri (falsità, ipocrisia, innovazione nella fede, bestemmia, maldicenza, insipienza, men– zogna, perversi costumi). S. Lorenzo dimostra che al Leyser convengono tutti i caratteri dell'eretico, riuscendo spesso a convincerlo con le sue stesse parole e a ritorcere su di lui le accuse scagliate contro i cattolici. In con– clusione i cattolici hanno tutto il diritto di alzare la voce 'contro l'eretico e di mettere in guardia i fedeli contro il lupo. E' senza dubbio un bel saggio di polèmica personale: vivace, arguta, brillante, a volte anche esuberante. « Le ingiurie, sia detto per la verità - scrive G. Mana– corda - non sono certo di calibro inferiore nè di taglio e di p4nta meno tagliente di quelle scagliate dal Leyser contro i due Padri cattolici » (86). Potremmo chiamar– lo un costume umanistico, nè nuovo ai tempi di S. Lorenzo, nè spento ai giorni nostri; sebbene, nella controversia dottrinale oggi si preferisca il metodo irenico a quello polemico. Ma in tempi in cui gli animi erano estremamente eccitati ed anche esasperati, l'ardore della polèmica spingeva quasi fatalmente ad apostrofi, invettive, qualifiche che oggi sarebbero prese per intemperanze di linguaggio. Del resto per i cattolici era una giusta e quasi inevitabile ritorsione: si trattava di pagare l'avversario con la stessa moneta. Sono a conoscenza di tutti le ingiurie triviali, i titoli'. inverecondi lanciati dai protestanti, dietro l'esempio di Lutèro, contro i dottori cattolici e più ancora .contro il Papa e la Chiesa di Roma (87). Al loro confronto il linguaggio dei cattolici è moderato e castigato, osserva il Grisar (88). E questo in particolare devesi dire del nostro Santo, a differenza dell'avversario, il cui libello è (83) Cf. ibid., p. 149 ss. (84) P. I, p. 19. (85) P. III, pp. 3I-I53. (86) Art. cit. (87) S. Lorenzo ce ne dà un elenco a pag. 7 della p. I, e altrove. (88} OfJ. cit., p. 342.
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