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CRONACA XI logia, illustrando con mirabile ricchezza di dottrina biblica e patristica le note e proprietà che sono il sigillo autentico della vera Chiesa di Cristo. Per trattare del celebre Mariale di S. Lorenzo, chi meglio di P. Ro-– schini poteva esser scelto in Roma, che pure ha illustri specialisti negli studi mariologici ? La sua conferenza fu un vero inno alla devozione del santo per Maria SS. e nello stesso tempo un'esaltazione trionfale della sua dottrina mariale, definita dall'oratore del più alto valore per la sodezza, la completezza e la genialità: caratteristiche che, dopo di essere state il– lustrate da P. Roschini, gli fanno esclamare: S. Lorenzo da Brindisi, nel– la storia del pensiero mariano, occupa un posto di primo piano tra i più qualificati della tradizione francescana, egli è il più grande Dottore ma– riano della sua epoca ed uno dei maggiori di ogni tempo; e fa suo il giu– dizio del Campana, mariologo di indiscussa competenza, che, dopo la let– tura del Mariale, disse: pochi come lui, nessuno meglio di lui. E chi ebbe modo di ascoltare l'orazione-elevazione, quale fu la con– ferenza del senatore Aldo Ferrabino, Rettore Magnifico dell'Università di Padova, non potè che confermare le precedenti asserzioni del Raschini. L'oratore infatti trasse dalle pagine del Mariale tali elementi di conside– razioni e di applicazioni da indurre a pensare che veramente quel trat– tato è una miniera inesauribile di argomentazioni per l'esaltazione di Maria. Era davvero un forte intelletto S. Lorenzo ·da Brindisi e nella teolo– gia del suo tempo segnò traccie indelebili. Assunto che prestò argomento di dotta conferenza a Mons. P. Parente, che appunto svolse il tema: La Teologia di S. Lorenzo. Teologo dalla linea storico-positiva, più che sco– lastica e speculativa, il santo si serve delle stesse armi dell'avversario nel combattere il luteranesimo; perciò l'uso e l'autorevole testimonianza del– le Sacre Scritture sono in lui famìliari, e con l'autorità dei testi biblici en– tra in piena discussione sui punti nevralgici della controversia luterana: il valore dell'uomo, della sua ragione e della sua libertà davanti a Dio; la Chiesa vista specìalmente nella sua compagine gerarchica, nel primato del Romano Pontefice; la giustizia originale e il peccato d'Adamo con le sue conseguenze; l'interiorità della giustificazione per mezzo della grazia aderente all'anima. Come è facile rilevare, la trattazione di queste que– stioni, che allora erano brucianti, non erano fatte dalla cattedra, ma dal pulpito e nelle pubbliche discussioni: perciò conservano un vigore che non è agevole trovare in trattatisti dell'epoca. L'oratore conclude affer– mando che Lorenzo p1:JÒ star vicino ai primi apologisti della Chiesa di Cristo. , . Chi legge i tredici volumi in folio del Brindisino non può non avver- tire come quelle pagine siano colme zeppe di citazioni scritturistiche con-

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