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no P. GAETANO M. STANO la sfida deìl'avversario e il pericolo che poteva derivarne alla fede per la larga diffusione dell'opuscolo. E S. Lorenzo si accinse a darla (48). Prima di tutto preparò un « Apologeticum », ossia una risposta ge– nerale al Leyser ( 49), uno scritto polemico molto vivace, ove si ribattono le pretese e le calunnie dell'avversario (con saltuari accenni alla potestà della Chiesa, all'autorità del Papa, alle note distintive degli eretici). Ma, sembrandogli di perdere il tempo in una polemica personale (5°), concepì il disegno di un lavoro più vasto per una confutazione generale degli errori del luteranesimo, senza tuttavia perdere di vista le questioni fondamentali che erano state portate in discussione dal Leyser: la giusti– ficazione per la fede e le buone opere. A ciò lo spingeva lo zelo della fe– de, « zelo catholicae E.dei et veritatis gratia » (5 1 ), in un momento e in un luogo in cui urgeva una energica presa di posizione di fronte a tutto il complesso di errori del luteranesimo. Difatti i luterani, specialmente gli unitari, lottavano da anni per ottenere nella Boemia il libero esercizio della predicazione e de1 culto (5 2 ). Per scongiurare il pericolo che poteva derivarne ai cattolici, era necessario premunirli con una esposizione e con– futazione chiara e facile degli errori protestanti. E nessuno più del Santo, Cappuccino era in grado di farlo. Il Cardinale Arcivesçovo, il Nunzio· Apostolico in Praga ed altre autorevoli personalità lo pregarpno insisten– temente di por mano a quest'opera, della quale era sentito l'urgente bi-– sogno (53). Passando pertanto dall'episodio alla sostanza delle cose, e riguardan– do nel Leyser il riflesso e l'immagine genuina di Lutero, pensò di confutare (48) Il Santo ricorda a questo proposito quella sentenza dei Proverbi: « ne respondeas stulto iuxta stultitiam suam, ne efficiaris ei similis » (Prov. 26, 4), ma anche l'altra chè segue: « responde stulto iuxta stu 7 titiam suam, ne sibi sapiens esse videatur » (26, 5), p. I, p. 6. (49) Riportata in appendice alla p. III, pp. 265-320. - Questa òpoèta rèstò incompleta per il nuovo disegno di più vasto, lavoro. (50) « Veruntamen ne in confutando Polycarpi libello, omni sane eruditione ieiuno ac perinde ·responsione indigno, tèmpus frustra tereremus..., rem nullius pretii arbitrati sumus bonas horas male collocare in negotio tam futili atque nihili » (Opera Omnia, vol. II, p. I, p. 8; cf. p. 26). (5r) Opera Omnia, vol. I, p. I, p. 508. (52) Il Leyser insiste particolarmente nèl suo opuscolo (p. 28) perchè sia con– cessa ai suoi la libertà di predicare in Praga (cf. Opera Omnia, voi. I, p. III, p. 302 ss.) .. (53) De rebus Austriae et Boihemiae, p. 2r ss. - Eguale istanza è fatta in un Pro-memoria, scritto forse dall'Ambasciatore di Spagna prèsso l'Imperatore e tra– smesso ali'Ambasciatore spagnolo presso la S. Sede (cf. ibid., p. 21 ss., not. 2; Opera· Omnia, voi. II, p. I, p. XXIV, e r, nota 3).
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