BCCCAP00000000000000000000816

IOO P. GAETANO M. STANO nel sec. XVI. Già per tempo G. Eck vide l'inutilità di questi dibattiti, al tempo della conferenza di Augusta (4), e ancor più S. Pietro Canisio, che,, invitato al colloquio di Worms ( 1557), faceva giustamente notare all'im– peratore Ferdinando che non era questo il sistema per una intesa legit– tima e duratura, quando gli eretici persistevano a negare la base, cioè il magistero della Chiesa (5). Per questo motivo nel sec. XVI, dopo i celebri colloqui di Fon– tainebleau e di Ratisbona (r6oo), le controversie aperte, propriamente dette, si fecero più rare. Più spesso si ebbero, in luogo dei dibattiti pre– ventivamente concertati, le polemiche di rimbalzo, le repliche, nelle quali si cimentarono a lungo, dalla cattedra, dal pulpito, nelle piazze, valenti oratori e teologi, mantenendo acceso in diversi paesi il clima della con– troversia religiosa. E' da riconoscere tuttavia a queste controversie aperte un positivo risultato nella causa della fede, poichè contribuirono efnca– cemente a chiarire e definire le posizioni, ad acuire gl'ingegni dei cat– toìici nella difesa della verità, a rintuzzare l'alterigia degli eretici e met– tere: in guardia i cattolici dalle insidie dell'eresia. Ma se le controi,nersie orali andarono a poco a poco in disuso, ebbero il più rigoglioso sviluppo le controversie scritte, le trattazioni polemiche e apologetiche, che iniziate subito al primo sorgere del protestantesimo, furono proseguite con ardente passione dai teologi e apologisti cattolici e raggiunsero il più àlto grado di perfezione sul finire del sec. XVI (6). Come gli altri rami delle scienze teologiche ebbero dal Concilio di Trento (4) Cf. RAINALDI, Annales, an. r530, n. 174; Dìct. Théol. Cath., t. III, P. II,. col. 1074 ss.). (5) << L'esperienza - così scriveva il S. Dottore all'imperatore - ha dimostrato a sufficienza che le discussioni dottrinali non servono che ad aggravare il male; si perde il tèmpq in dispute senza alcun risultato, ci si accalora ed accapiglia da una. parte e dall'altra, si scava sempre più profondo l'abisso tra i dissidenti e i veri· cat– tolici; gli eretici vogliono sempre far prevalere lé loro idee, e, quando non vi riesco– no, si abbandonano alle ingiurie e si accaniscono ancora di più nella rivolta e nel disordine. Qualunque siano i risultati del colloquio, non manchéranno di gridare vittoria e di presentare il dibattito sotto una falsa· luce con danno della Fede e· scandalo dei credenti» (L. MrcHEL, Vie du B. Pierre Canisius, p. r25, Lille r897; cf. Dict. Théol. Cath., ibid., col. r708). (6) Cf. M. GRABMANN, Storia della Te.ologia cattolica -(trad. it.), p. 222 s., Mi– lano, r939 (2 ed.); H. JEDIN, Die geschichtliche Bedeutung der katholischen Kon-– troversliteratur im Zeiltalter der Glaubensspaltung, in Histor. f ahrbuch, 1933, t.. LIII, pp. 70-97. ~ Molte opere dei controversisti cattolici sono pubblicate nel Corpus Catholicorum di Greving-Ehrard: Werke k_atholischer Schriftsteller im Zeiltalter· der Glaubensspaltung (Munster, 19r9 e segg.).

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz