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S. LORENZO DA BRINDISI CONTROVERSISTA 99 tendenze ( 2 ). Ma quelle che a noi interessano sono le controversie tra catto– lici e protestanti. I cattolici si lanciarono animosamente nella mischia, non già per vieto spirito di reazione - come gli avversari hanno voluto spesso insinuare - ma per lo zelo della religione e nella speranza, fìnchè era possibile sperare, di potere riannodare l'unità della fede, purtroppo irre– parabilmente. spezzata. Le prime e più clamorose controversie furono quelle pubbliche, a– perte, dette anche conferenze, colloqui, dispute; seguirono subito le po- 1emiche scritte, destinate ad avere un'importanza assai più grande. Il pri– mo contraddittorio si tenne ad Heidelberg, nel 1518, tra G. Eck e Lutero sulle note tesi affisse da quest'ultimo; un altro se ne tenne lo stesso anno ad Augusta tra Lutero e il Card. Gaetano, e poi l'anno seguente a Lipsia tra Eck da una parte e Lutero e Carlostadio dall'altra, sul tema delle in– dulgenze, del libero arbitrio, delle buone opere, dell'autorità pontificia. Dopo la conferenza di Augusta, alla quale è legata la celebre « Confessio Lutherana » di Melantone, i colloqui o contraddittori tra cattolici e pro– testanti divennero sempre più frequenti non solo in Germania, ma anche in Francia, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Polonia, ed ebbero spesso una risonanza non solamente religiosa ma anche politica (3). Nelle diete im– periali, prr tutto il sec. XVI, si discuteva spesso accesamente più che della politica, degli articoli controversi della fede. Già le questioni po1itiche in– fluenzavano le questioni religiose e viceversa. E questo mescolarsi degli interessi politici nelle questioni religiose, mentre valse a moltiplicare le di– .spute, ne determinò fatalmente l'insuccesso. Ma la causa principale del fal– limento fu il crescente fanatismo e l'irriducibile ostinatezza dei protestanti. Mai in verità si assistette ad un maggior numero di controversie, e mai que– .ste si dimostrarono così sterili e anche funeste per la causa della fede come (2) Ricordiamo le dispute di Marburg (1529) tra Lutero e Zwinglio circa la presenza reale e l'Eucaristia; di Lipsia (1550) tra luterani rigidi e moderati intorno .alla cooperazione dell'uomo nell'opèra della salute; di,Cassel (1561)' e di Ma;1lbronn (1564) tra calvinisti e luterani, sull'Eucaristia; di Weimar (1560) tra Placco Illirico ,e i melantoniani, intorno al peccato originale e il libero arbitrio; ecc. (Cf. Dict. Théol. Cath., t. III, P. Il, col. 17u ss.). (3) Ricordiamo i colloqui di Aquisgrana, 1540; di Worms, 1640-41; di Rati· sbona, 1541 e 1546; di Worms, 1557, tra Melantonè e S. Pietro Canisio·, circa il libero. arbitrio, il peccato· originale, il canone delle Scritture, la Confessione Augu– :stana ecc.; di Poissy, 1561, tra il Card. di Lorena e G. Laynez per i cattolici, è T. Beza e P. Vermigli pèr i calvinisti; di Fontainebleau, 1600, tra il Card. David Du .Perron e il calvinista Duplessis, intorno al sacrificio della Messa; di Ratisbona, 1600. ~- ·- S. Lorenzo da Br.: Studi

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