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92 P. GUSTAVO CANTINI daverit ìustitia vestra plus quam Scribarum et Pharisaeorum,. non zntra– biti.s in regnum coelorum,· nìsi legem Dei perfectius servaveritis quam Scribae et Pharisaei servaverint, sah,1tem aeternae vitae non consequemini. Faciamus ergo, dilectissimi, ut Deum toto corde diligamus et proximos nostros tanquam nos ipsos, et sic intrabimus in regnum coelorum » ( 12 6a). Se tali conclusioni non si trovano tanto facilmente nelle omelie la– tine del Brindisino, ed in generale l'uditorio quasi sparisce (127), trovate sempre e da per tutto, nei sermoni del nostro Santo, lucidità ed esattezza di pensiero, che potrà anche essere discusso, ma che dimostra come egli fosse profondo conoscitore delle materie teologico-morali-scritturistiche; ed io sono convinto che quel materiale che noi troviamo disteso nei ser– moni in vista della predicazione, posto in un animo così ardente come quello di Lorenzo, che ne era pure l'autore, dovesse acquistare dilata– zioni e movimento e vita, come le acquistava sopra le labbra di un Ber– nardino da Siena. g) « Quasi torrente eh'alta vena preme» (Par. c. XII, v. 99). Per altro anche negli scrìtti, così come ci sono pervenuti, quanto ca– lore di pietà, di devozione, di amore verso Dio e verso il prossimo; quanto entusiasmo per tutto ciò che è cristianamente bello e buono! Come sa ispirare orrore per le eresie, e come sa destare compassione per i figli ac– cecati di quel popolo che fu il prediletto! Come dietro la guida di Lo– renzo si ammira l'opera di Gesù Cristo; il primo predestinato dalla vo– lontà di Dio, centro di tutto il creato, voluto senza dipendenza dal pec– cato, come glorificatore universale di Dio, Redentore in forza della ca– duta di Adamo, sole dell'umanità, vita di tutte le creature in cielo ed in terra! Come si ama la Chiesa Cattolica, madre dei Santi, faro indefettibile di verità, destinata a portare a tutto il mondo i tesori della redenzione di Cristo! Così Lorenzo mi appare grande predicatore non solo per quello che ne dicono i testimoni chiamati a deporre nei processi informativi e per quello che ne dicono i suoi biografi; ma anche nei suoi scritti, purchè questi siano messi nella s'ua vera luce e giudicati non dal semplice punto di (126a) Opera Omnia, vol. VIII, p. 469. (127) Dico quasi, perchè in diversè si sente bene anche in queste. Cf., fra le altre, la terza omelia della dornen:ca terza di quaresima del III Quadragetimale Opera Omnia, vol. VI, p. 331-337. Fra le domenicali vi è pure la sèguente espres– sione: Fratres mei carissimi et dilectissimae sorores. Cf. ibid., vòl. VIII, p. 456. Non mi pare che si tratti di religiosi e religiose.

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