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S. LORENZO DA BRINDISI PREDICATORE non servono sempre per l'uso pratico della predicazione (121). Quindi il ,suo, come si è detto, non è sfoggio di erudizione, ma fine pratico che ei vuole raggiungere, spintovi dalla gemina carità di cui parla così bene S. Agostino nel De doctrina christiana (121a), e ripete, come eco fedele, il nostro Lorenzo: « Caritas gemina nobis opus est, in Deum et proxi– mum », nè bisogna mai separarla come facevano gli Scribi ed i Farisei (122). L'impressione più accentuata che ho provato nel leggere questi scritti me l'ha fatta l'impegno che egli pone nel mettere in rilievo l'armonia del deposito rivelato contenuto nei Libri Santi, di cui si compiace e procura <li fare ammirare anche ad altri. Non già che egli non parli di vizi e di virtù, come vuole il Serafico Padre; ne parla, anzi, spesso, e dice anche lui che « munus evangelici prae– dicatoris (est) arguere vitia et peccata» (123); ma ne parla più quale teo– logo moralista, guardando quali sono in se stessi i vizi e le virtù, che co– me predicatore che li vede concretizzati nei suoi contemporanei, come faceva, per citare un esempio, il suo contemporaneo Venerabile Bartolo– meo da Salutio, O. M. Obs. ( i· 1617), il quale ne ebbe a sòflrire tante per essersi scagliato contro il vano acconciamento delle donne ed i ciuffi lunghi, che usavano portare gli uomini, come il Manzoni descrive nei bravi di Don Rodrigo (124), Anche Lorenzo nel giovedì dopo la dome– nica di Passione, parlando per ben sette volte della Maddalena penitente nei tre Quaresimali, viene a più riprese a parlare della fragilità della donna, dei suoi principali difetti, dei suoi abbigliamenti; ma la donna di Lorenzo è la donna di tutti i tempi, non quella del suo tempo, come potrà rendersi conto chiunque vorrà leggere queste sette omelie, dove ,si trovano pure diverse ripetizioni; riprova di quanto fu detto altrove, che cioè, Lorenzo scriveva sotto l'ispirazione e il bisogno del momento, senza interessarsi di quanto poteva avere scritto in antecedenza. Reco ancora un altro esempio, per dare sempre più chiara la prova del nostro asserto. Si prendano le omelie del Venerdl dopo le Ceneri, dove si parla del perdono delle offese e dell'amore dei nemici. Tutti conoscono 1a predica del P. Paolo Segneri. Esperto oratore, comincia col ringra– -ziare il Signore, perchè non sarà imputato a lui se la predka sul perdono (r21) Cf. Modus concionandi, cap. VIII. (121a) P. L., t. 34, col. 34. (122) Opera Omnia, vol. VI, p. 53. (123) Opera Omnia, vol. II, p. II, p. 21. (124) F SAr@, O. F. M., Il Ven. Bartolomeo Cambi da Sa!,utio, pp. 183-186, Firenze, 1925.

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