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S, LORENZO DA BRINDISI PREDICATORE Guardate che il ravvicinamento non è arbitrario. Il trattato vide la luce in Ispagna nel 1576; ma dopo otto anni appena l'editore Ferrari ne fece un'edizione in Italia e venne fuori a Venezia nel 1584, dove dimorava Lorenzo ed aveva 25 anni. Il Ferrari pensò di dedicarla al Cardinale Ar– civescovo di Milano, S. Carlo Borromeo, che da tanti anni, monitis et exem– plzs si adoprava a riportare la predicazione alla sua santa miEsione. Si legge nella prefazione che era parso a doctis piisque virìs che si sariebbe portato un grande utile ai predicatori, qualora si fosse stampato anche in Italia il Modus concionandi dell'Estella. Che tra questi uomini dotti e pii non vi fosse pure il Brindisi? « Quaerendo dicimus, non sententiam prae– cipitamus ». Comunque, per Diego de Estella predicare vuol dire prendere il Van– gelo del giorno in cui si predica, ed elevare sòpra di esso il sermo:ie com– mentando la pericopa; e così fa il Nostro, anche quando tesse l'elogio dei Santi. Era il genere didascalico, come altri lo chiamavano. Diego de Estella ammonisce di non fidarsi della sola pericopa evangelica, ma .di ricorrere al testo e contesto nel Vangelo; e cosl fa il Nostro. Diego de Estella dice, a più riprese, di far ricorso ai testì originali; ed in questo Lorenzo è mae– stro e fa scuola. Diego de Estella insegna un buon metodo per far le digres– sioni e così rendere più attraente il sermone; e Lorenzo si mostra anche in questo ben istruito. In una parola, chi vorrà esaminare il modo di pre– dicare proposto dall'Estella, e confrontarlo con i sermoni latini o omelie del Brindisino, troverà che il metodo è quello; rimanendo vero che Lo– renzo lo adopra con libertà, come tutti devono fare con i metodi proposti dai trattatisti; e perciò rimane pure vero che Lorenzo è personale. f) due osservazioni sul contenuto Se fossi stato solo a parlare dì Lorenzo, all'esame della tecni– ca dovrei .far seguire l'esame del contenuto; ma si è già detto che tale compito spetta ad altri. Io termino col fare due osservazioni; una di carattere particolare ed una di carattere generale, "che gli altri non faranno di sicuro. Quella di carattere particolare riguarda l'uso dei Santi Padri in que– sti sermoni. Ho notato, cioè, una differenza tra i sermoni del Mariale e quelli dei sei volumi che contengono gli altri sermoni. Nei pr.imi i Santi Padri ri– corrono molto spesso; negli altri ricorrono molto di rado. Devo notare in particolare, che ancora non mi sono incontrato in un luogo, dove Lo– renzo per avvalorare la sua interpretazione del testo biblico ricorra a qualche Santo Padre. Eppure ciò piacque tanto nel Seicento sino a giun-

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