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86 P. GUSTAVO CANTINI si possa riallacciare il nostro Lorenzo, dico che bisogna distinguere tra le prediche giunte a noi in lingua volgare italiana, ed il grande numero di quelle in lingua latina. Nelle prime si ha, come ho detto, una vera predica a soggetto, alla quale dà occasione il Vangelo del giorno. Così alla predica sopra La ma– lizia del peccato, che è per il lunedì dopo la seconda domenica di quare– sima, danno occasione le parole che si trovano nella pericopa evangelica .del giorno: in peccato vestro moriemini. La predica ha il suo proemio, che porta alla proposizione d'assunto: « Hor questo son per dimostrarvi io stamane, la tirannia crudelissima del peccato e Cristo nostro liberator, redentor e salvator da quella». Seguono le prove tutte dirette a dimo– strare la tirannia del peccato in sè e nelle sue conseguenze, ed è solo ac– cennato « a Cristo liberator, redentor e salvator da quella», se forse la predica non è mutila di una seconda parte, in cui il Santo avrebbe par– lato di tale liberazione (n6). e) il metodo E' il metodo che, tra gli altri, insegnava sino dal 1562 Luca Baglioni (II7) e trenta annì dopo il citato Panigarola. Prendo l'occasione per dire che nelle presenti prediche ci si sente il Seicento ed il modo di fare ampolloso, specie nell'esordio, che diventerà molto difettoso in Emanuele Orchi, famoso in tutte le storie italiane della pre– dicazione e della letteratura in genere (n8). Il Brindisino sentì il bisogno di cambiare metodo, come lo dimostra con i sermoni latini. A chi si può, tra i trattatisti del tempo, riportare il modo di compor– re il sermone o omelia latina di S. Lorenzo da Brindisi? Io mi permetto di indicarlo in Diego de Estella, Francescano spagnolo dei Minori Osser– vanti, col suo trattato Modus concionandi ( 119). (rr6) Opera Omnia, vol. IX, pp. 521-533. (u7) L'arte del predicare contenuta in tre libri, secondo 'i precetti rhetorici, in Vinegia, 1562. Sembra la prima arte del predicare uscita in lingua italiana. (u8) Prediche quaresimali... dedicate a M. R. P. F. Simpliciano da Milano Procuratorè nella Corte Romana e Commissario Generale della Religione Capuc-– cina, Venezia 1650. - Opera postuma, curata per incarico dei Superiori dal P. Be– nedetto da Milano, il· quale, nell'avviso ai Lettori, dice che le prediche venivano dàte alla luce dietro « le molte istanze fatte cosl da persone secolari, come religiose»; « non per tanto consigliarebbe alcun predicatore ad invaghirsene»; « se benè il predicar di questo Padre riuscissè con grandissimo frutto». (u9) Modus concionandi et explanatio in Psal. CXXXVI, Super fiumina Ba– bilonis..., Salmanticaè, 1576. Il commento al Salmo 136 da Estella viene dato come un esempio del Modus concionandi.

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