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SCUOLA DI PERFEZIONE FRANCESCANA 59 vuto. E fu vestito dal venerabile Pa.dre Frate Paolo da Chioggia. E cosi venne la povera Congregazione al numero di sette Frati. E perchè non avevano luogo, fece quasi tutto il suo noviziato nei monti di Fabriano, nei quali di raro si satollavano di pane, e dor– mivano quando in qualche casa di contadini o in qualche capanna o in qualche caverna, secondo che loro potevano. E quasi conti– nuamente stavano in grandissimo timore per paura di non essere presi. Talmente che la probazione fu acerbissima in ogni sorte di .patire (III, 33). GLI DISSE CHE ERA TROPPO GIOVINETTO Fu Fra .Giovanni Battista d'una città dell'Umbria chiamata Terni, del dominio della Chiesa e della provincia di S. Francesco. Nacque d'onesti parenti, cittadini della detta città. Nell'età tenera frequentò la scuola. Ma venendo nell'età di dodici anni incirca, il divoto giovinetto da Dio ispirato, si determinò di lasciar il mondo e intrare nella Religione Francescana. E vedendo nel convento di S. Francesco alcuni giovinetti come lui, non poco gli piacque quella Religione, e bazzicando alcuni giorni con quei fratini, con essi loro manifestò il suo buon deside-· rio ; i quali fratini lo fecero intendere ad un venerabile Padre e Maestro molto da bene chiamato Mastro Nunziangelo. La qual .cosa intesa chiamò a sè il devoto giovinetto e gli disse: Figliolo, se tu vuoi esser frate, io ti vestirò a mie spese e se volete attendere alle lettere, m'obbligo a farvi un uomo. Le quali parole intese dal devoto giovinetto, si rallegrò molto e fra pochi giorni fu vestito. E si portava tanto bene che il maestro gli pose grande amore e lo teneva con molta gelosia che non pra– ticasse con nessuno. Gli diede una camera appartata e sempre lo faceva dormir solo. Fu cosa mirabile, che da se stesso, guidato da Dio, digiunava tutte le quadragesime che gli imponeva la Regola. Era specchio a tutti quei venerabili Padri. E dicendogli il suo Maestro : « Frate Giovanni Battista, voi fate troppo a voler digiunare tutte le qua– dragesime; in poco tempo vi infermerete ». Rispondeva il divoto .figliolo: « È meglio che s'infermi il corpo che muoia l'anima per il

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