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LA BELLA E SANTA RIFORMA Il fratello laico Giustino da Panicale diceva: cc Che vogliamo far di tanti luoghi? sforzatevi di ricevere pochi frati e mantenerci questi quattro luoghetti che noi abbiamo. Insinchè siamo pochi, sempre ci sarà l'osservanza della Regola; ma quando la Congre– gazione moltiplicherà, è forza che la vada in mina, perchè sempre i veri servi di Dio sono stati pochi. Non accade ìar un'altra Reli– gione larga; chi vuol viver largamente e star nei bei luoghi, vada all'altre Religioni e lasci questa per qualche poverello che vuol vivere secondo la semplice osservanza della Regola. Che pensiamo di fare in voler tanto moltiplicare ? Manco mal è che quelli che vogliono vivere largamente se ne vadano ai Zoccolanti, che ci sono i luoghi fatti, senza fabbricarsene degl'altri, e dar questa spesa più al mondo e questo scandalo in moltiplicar sette. Sappiate che questa Congn,gazione di Cappuccini è stata fatta da Dio per le molte orazioni di quei santi uomini che tanto tempo hanno desi– derato l'osservanza della Regola e tante lagrime hanno sparse a Dio per veder questa Riforma che molti di loro, che io bo cono– sciuto, non l'hanno potuta vedere ; ed ora il nostro Signore per sua misericordia a noi poverelli ce l'ha conceduta di poter osservar la Regola secondo la pura intenzione del nostro Padre S. Francesco. Manteniamo, dunque, questo stato che da Dio con tanta difficoltà c'è stato conceduto, che se bene noi consideriamo tutto il fonda– mento sta nella santa povertà, nell'austerità della vita ed in esser pochi frati ii (III, 434). Il venerabile P. Eusebio d'Ancona disse: <e A questo conosciamo quanto Iddio ha cura di noi, che andando frati soli, nondimeno mai si è sentito scandalo nessuno». E dicendogli io: cc Da che viene, Padre? ii, mi rispose: cc Questo viene dal buon zelo, perchè i frati hanno spirito e si ancora per l'austerità della vita. Alla nostra Con– gregazione non ci vengono se non uomini da bene che hanno deside– rio di patire. E sappi che non ci è un modo di purgar la Congrega– zione meglio di questo, quanto tener forte l'austerità della vita e che i secolari sappiano che tra di noi si patisce; perchè quelli che ven– gono non ci vengono se non con desiderio di patire, e questo buon desiderio li santifica e li dispone a patir assai più che noi non pa– tiamo. Ma quando la Religione s'allargherà, molti ci verranno non per patire ma per fuggir le fatiche del mondo, o veramente

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