BCCCAP00000000000000000000802

SCUOLA DI PERFEZIONE FRANCESCANA 55 ,di San Francesco che un modo di vivere bene accomodato alla santa contemplazione. Non si parte però dalla croce, partecipando tuttavia dell'uno e dell'altro, della vita attiva e contemplativa, la rende vita mista più perfetta che la semplice contemplativa, per essere più conforme al santo Vangelo e vita apostolica, osservando con la povertà i due precetti dell'amor di Dio e del prossimo; dando opera all'amor di Dio nella santa orazione e nella predica– zione all'amor del prossimo. Cosi parimente la Regola nostra colla povertà ci purga da ogni affezione terrena e ci rende atti all'orare; coll'orazione ci ordina con Dio; colla predicazione e buon esempio ci ordina col prossimo. E perchè questì sono esercizi di perfezione non si debbono ri– cevere a queste imprese se non uomini atti, altrimenti si fa contro Ja Regola. Non si nega però, per esserci di bisogno di qualche ser– vitù, che non si possano ricevere alcuni che se bene non hanno il dono nè di predicare nè di contemplare, basta che possano servire a quale esercizio si occupano, e sono per la servitù partecipi a vivere delle elemosir:e offerte alla Religione. Quei, dunque, che non sono atti nè all'uno nè all'altro, ricevendoli si fa contro la Re– gola (III, 79). L'a:usterità della vita - secondo Bernardino d'Asti- fa buoni noviziati, non vi è dubbio, che di tutte Je sorti di gente che vengono alla Religione, si come ancora per la fede e per il battesimo ne vengono molti alla religione di Cristo figurata per la rete che disse il nostro Signore che prese di molti pesci, dei buoni e dei cattivi, venendo al lido del màre, l'ottimo pescatore Gesù Cristo mette i buoni pesci nel vaso, lasciando i cattivi nell'arer..a ad esser divo– rati dagli uceJli; volendo per questo dimostrarci che sempre purga la sua Chiesa. La qual purgazione debbe essere ancora nella Reli,.. gione, chè venendo molti non chiamati da Dio nella Religione ma dagli spiriti maligni per tribolare i buoni e per rendere la ReJigione infame appresso il mondo; ma l'austerità più gli ne manda via che non fanno i cappelli del maestro. E però insino cl:e nella Congrega– zione si vive austeramente e poveramente non ci albergheranno molti tristi (III, 186). Questa congregazione è a guisa del mare, che non tiene corpi morti nè cose immonde (I, 456).

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz