BCCCAP00000000000000000000802

42 LA BELLA E SANTA RIFORMA CHIESE PICCOLE, POVERE, ONESTE Le chiese siano piccole, povere e oneste ; nè vogliamo quelle essere grandi per poter predicare, chè siccome disse S. Francesco, migliore esempio si dà a predicare nelle chiese d'altri che nelle nostre, massime con offendere la santa povertà (C. 74). Nelle chiese nostre, per la presenza di Cristo mondissimo, deve essere ogni mundizia (C, 39). Le chiese erano piccoline e assai se ne facevano alla misura della Santa Casa della Madonna di Loreto (IV, 23). Si ordina che nelle nostre chiese sia solo una piccola campana di cento e cinquanta libre piccole o circa. E nei nostri luoghi non sia altra sagrestia che un armadio ovvero una cassa con una buona chiave, quale sempre porti seco un frate professo. Nel qual arma– dio o cassa si ripongano le cose necessarie al culto divino. E si ab– biano due piccoli calici, uno di stagno e l'altro con la sola coppa d'argento; e non si abbia più di tre pove:d paramenti, senza oro, argento, velluto o seta o altra preziosità, ovvero .curiosità, ma con grande mondizia. I palli degli altari siano di panno non prezioso i candelieri di legno ; e i nostri messali e breviari ed anche tutti i libri, siano poveramente legati e senza signacoli curiosi ; acciocchè in tutte le cose che sono a nostro povero uso risplenda l'altissima povertà e ci accenda alla preziosità delle ricchezze celesti, dove è ogni nostro tesoro, delizia e gloria (C, r40). In quei primi tempi nelle loro sagrestie - parlando dei nostri frati - erano Je cose pertinenti al divino culto poche e semplici, ma monde, candide, sottili e delicatissime. E per molti anni non usandosi ori nè velluti e seta nei nostri paramenti e nostri altari e chiese nostre, come anco al presente non si usa, se la passano i frati con grande semplicità (I, z6r). Usarono per lungo tempo i calici di stagno, ma perchè molto macchiavano i corporali e per stimolo che non si usasse poca rive– renza al santissimo sacramento, li lasciarono e posero nelle costi-