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UNA VISITA AL CONVENTO Avviciniamoci ai primitivi romitori e conventi cappuccini per assaporare quella fragranza di spiritualità, per godere di quella bel– lezza morale, che trasparisce ancora viva e seducente attraverso i ri– cordi. Inutile cercarvi l'armonia delle linee architettoniche, ovvero la preziosità di quegli oggetti o cimeli artistici che attirano lo sguardo curioso dei turisti. Sarebbe una delusione. In compenso trovertmo luoghi incantevoli, ove pare che la bellezza e l'asprezza della natura parlino più intimamente all'anima. Questa visita vuol farci conoscere più da vicino l'ambiente ove si svolse la vita di quegli 1.f,Omini meravigliosi. Rifugi provvisori o abitazioni di fortuna devono chiamarsi, an– zichè conventi, le prime dimore dei Cappuccini. Le tribolazioni di quei tempi eroici sconsigliavano o rendevano impossibili le fonda– zioni stabili e sistematiche, e molto più le costritzioni fatte di sana pianta. Più tardi i piani per la costru,zione furono semplicissimi. I materiali da adoperare, qitelli d'occasione che si trovavano sul posto. Architetti, ingegneri e maestranze, gli stessi frati, sudditi e superiori. Questa indipendenza di lavoro costituiva certamente una risorsa per l'economia domestica; ma era soprattutto servire in modo pratico un nobilissimo ideale di povertà. Si sceglievano a preferenza i luoghi solitari, a tre o quattro miglia dagli abitati. Quindi ,Prima di siste– marsi al completo, esperùtientavano i disagi delle dimore non finite, che certo non scomparivano del tittto q1t,ando la modesta fabbrica era terminata. Le dimensioni della chiesa -- la parte più pregevole del conven– tino -- erano modestissime; quanto mai semplici le linee; gli arredi sacri appena sufficienti e di nessun valore e apparenza. La cella era

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