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LA VIGNA E LA SIEPE 33 quei poveri fratini corsero. E incominciandole a leggere Fra Fran– ,cesco da Cesena, chierico, incominciarono tutti i frati a lacrimare per divozione, che ci parve a tutti una luce per darci il modo come d dovessero governare. E fu cosa mirabile che in cosi poco tempo ,e da tanto semplici frati fossero composte costituzioni cosi al pro– posito al viver nostro tanto brevi e di tanta sostanza, che compo– nendosi dippoi in Roma quelle che ora tiene tutta la Congregazione, iurono cavate da queste in sostanza e dilatate (U, 288, 249). <i Abbiamo fatte le nostre costituzioni- esortava Matteo da Ba– ·scio - ; osservatele non per paura della pena, ma per amor di Dio; ,e queste saranno come una siepe che non entrerete mai a guastar la vigna della promessa Regola. Sino a tanto che vi ravvolgete at– torno a questa siepe, sempre sarete innocenti di non aver offeso la Regolaii (II, 252). ORA STIAMO IN QUEL CHE LA REGOLA CI CONCEDE Nel r552 parve che le costituzioni in certi casi fossero troppo strette; e così aggiunsero e mutarono certe cose. Disse quel buon Padre Bernardino d'Asti: «Dunque ora noi siamo venuti tanto in– nanzi quanto si può venire; ogni poco che passa più, in alcune . cose si farebbe contro la Regola; insino adesso ci abbiamo avuta una gran siepe nè mai si è toccata la Regola. Ora noi stiamo in quel che la Regola ci concede, che prima si faceva pìù che la Regola non comanda ii. Non c'è lingua che possa esprimere di quanta importanza era ,quella gran siepe, che talmente conservava la vigna delJa nostra Regola di ogni intorno ben turata e ben munita, che foglia non veniva ad esser toccata (IV, 9). ROTTA LA SIEPE E dicevano quei venerabili Padri: «Insino a tanto che la Con– gregazione osserverà le costituzioni, sempre osserverà perfetta– mente la Regola; ma rotta la siepe delle costituzioni, facilmente la vigna dal serpe infernale sarà divoràta)) (IV, r72). La bella e santa Riforma 3

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