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LA VIGNA E LA SIEPE 3r BISOGNA IL FAVOR DI DIO «Ma non basta, i miei :figli, - osservava acutamente Giovanni da Fano-, il buon desiderio, la buona volontà di perseverare nel– l'osservanza della Regola; ma ci bisogna il favore di Dio, perchè la Regola è uno stato di gran perfezione nel quale è tale la fragilità umana che non ci possia:mo mantenere senza particolar dono di Dio. E per questo bisogna assidua'ìnente esercitarsi nella santa ora-:– zione, la quale è 'madre di tutte le grazie che da Dio si ricevono ; nè si può esercitar con quella perfezione che si conviene, se non si tiene la mente purgata da ogni affezione terrena. E per questo Dio nostro Signore ci ha dato la Regola» (III, 100) • . LA PIU' CHIARA E LA PIU' BELLA CHIOSA Di più pressero per sodo fondamento per la perfetta osservanza della Regola che si dovesse osservare il Testamento del nostro Se– rafico Padre, non obbligandoci però perla professione che noi in– tendessimo di promettere ancora il Testamento, nemmeno per voto particolare, ma che abbracciare e osservare il dovessimo, come pa– terna ammonizione del nostro Serafico Padre e come quello che più amplamente ci dimostra la intenzione del Padre nostro attorno all'osservanza della Regola. Laonde conclust-::ro quei venerandi Padri che chi voleva perfettamente osservare la Regola, gli biso– gnava di osservare il Testamento; e per questo il posero medesima;.. mente nelle prime costituzioni. E venendo di poi molti anni alla nostra Congregazione il vene– rabil Padre Fra Francesco Titelmano, dottissimo e santo, confermò• l'opinione di quei primi Padri, affermando che era impossibile os– servar perfettamente la Regola senza abbracciar per guida e per norma il Testamento del nostro Serafico Padre. Affermava ildetto Padre che se difficoltà fosse nella Regola che in. alcuni passi non · cosi bene s'intendesse, il Testamento fu chiosa fatta dallo Spirito Santo sopra la nostra Regola, la più chiara e la più bella che trovar si possa, fatta dal medesilmo spirito che la Regola, si come dice esso nostro Padre : « Non dicano i frati queste:, esser un'altra Re-

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