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LA VIGNA E LA SIEPE 29 ebbi in mente di osservar la Regola a lettera>>. Questa intenzione - mi disse - avergli dato nella Religione grandissimo fastidio, parendogli di non poter .arrivare a questo obbligo. Però quando riceveva novizi alla professione, sempre avvertiva loro di avere intenzione di osservare la Regola senza che si dichiari da Som– mi Pontefici ; i precetti come precetti e i consigli come consigli. Il suo scrupolo era questo : che gli pareva che detta intenzione che ebbe, di esser tenuto di precetto a tutti i consigli. · Portando io il mantello per viaggio, disse non esser lecito per esser tempo buono. - Ed io gli risposi: « Come volete che lo porti»? - Mi disse: « Portatelo in spalla. Quantunque questa sia cosa frivola, è nondimeno contro la purità della Regola, che solo con– .cede l'uso delle cose necessarie >>. Nè volse mai portare per viaggio bastone; m.a essendo molto vecchio portava una canna. - Io gli domandai: « Che differenza fate voi dalla canna al bastone»? - Mi rispose : « Il Vangelo mi vieta che non porti il bastone ; per aver io necessità cli un poco sostentamento, supplisco al mio bi– sogno con la canna e lascio stare il bastone, che il Vangelo santo mi proibisce >>. - Io gli dissi : « Mi paiono cose frivole>>. - Rispose: « L'è vero; chi fa cosi non pecca mortalmentè; in tanto le sono contro la purità della Regola, c'impediscono la per– fezione, ci ritardano dallo spirito e ci obbligano alle pene del pur– gatorio. Il nostro Padre San Francesco scrisse due volte la Regola. La prima volta fu ammaestrato da Dio che per averla fatta troppo lunga, abbreviasse, in guisa che per più piena perfezione cli essa Regola non si :fidò il Signore nostro che scriver dovesse il nostro Padre S. Francesco in essa Regola tutto quello gli piaceva ; ma volle che la scrivesse secondo che sua Maestà gli rivelava. E quindi nasce la perfezione della nostra Regola che dipende da qÙello che non può errare. Diremo dunque che non ci sia superfluità nessuna e che a chi la vuol osservare perfettamente non gli sia lecito d,i man– car di nessuna delle cose che sono scritte nella eletta Regola. Non poco importa obbedire a Dio semplicemente in quello che ci do– manda ed obbedirgli perfettamente » (III, 8o-8r).

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