BCCCAP00000000000000000000802

LA BELLA E SANTA RIFORMA della Regola, io ne sapevo tanto poco che da Laici spirituali imparai molte cose. Nè mai intesi bene il vero senso della Regola se non quando venni ai Cappuccini e vidi come l'osservavano quei sem– plici Cappuccini ammaestrati non dai dotti, perchè erano tutti semplici, ma dallo Spirito. Santo che per il gran desiderio che ave– vano di osservare la Regola, Dio rivelò nelle menti loro il modo che dovessero tenere (III, 185). « Ora io la intendo la Regola - aggiungeva Matteo da Schio - perchè la osservo, e ingenuamente confesso che nessuno può in– tendere la Regola se non la osserva, perchè la Regola non consiste in osservanza di cerimonie; ma quello che è innamorato di Dio e dallo Spirito Santo illuminato può osservare la Regola del divino Francesco, perchè consiste in un vero disprezzo di se stesso e in fuggire tutte le cose che per natura loro ci occupano il cuore e il vero amore di Dio ; perchè la Regola è spirituale e dallo spirito bisogna che la sia osservata e per spirito. Ringraziamo, dunque, il Signore Dio che ci ha fatto grazia di vedere San Francesco risu– scitato, non lui ma la vita sua» (III, 380). IL FINE DELLA REGOLA E dicevano che mai avevano inteso la Regola se non allora, il fin della quale è una vera mortificazione del senso e vera povertà · di spirito e una vera unione dello spirito nostro con Dio (II, 98). E se tu mi domandassi che intento fu del Padre San Francesco dando la Regola, risponderei che non ebbe altro intento se non di ordinare i suoi frati spediti di ogni impedimento alla santa ora– zione, rimovendo da noi con i precetti della Regola quelle cose che ci impediscono la santa orazione, e dandoci quei mezzi che ci fanno acquistare il vero amor di Dio, nei'quale consiste l'osservanza di ogni buona legge. E se tu mi domandi che esercizio vuole il Padre San Francesco che noi facciamo nella Religione, ti rispondo quello che egli dice nella Regola: «Orare sempre a Dio con puro cuore>>. Questa fu dunque la causa che ci diede la Regola, con la quale, osservandola, ci libera da ogni terrena cura, acciò che potessimo •attendere all'orazione (III, 187).

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz