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LA VIGNA E LA SIEPE 25 gentissimi in ricercare o con leggere o con domandare o col parlare di quello che importava l'osservanza. Onde quando erano quei buoni Padri raccolti insieme in altro non spendevano quel poco d tempo che in ragionare della Regola o di qualche altra virtù ; a tal che non era alcuno, per semplice che egli fosse, che della sua professione e con fondaaiento ragionare non sapesse. E di più con quella buona volontà che possedevano, nascevano quei fervori e quelli spiriti così infiammati, sempre correndo a maggior perfe– zione, perciocchè ben sapevano che a quella non si può andare se non si s.a e non si conosce quello che la persona è obbligata a fare ; il che considerando, però si davano a parlarne e, chi era atto, a stu– diare le cose necessarie da sapersi, acciò saputesi le ponessero ad effetto con più gagliardia e con atti violenti andare innanzi nella cominciata strada ( I, :247). « Io se il P. Vicario vuole - diceva Bernardino de Monte del– l'Olmo-, voglio andare per i luoghi predicando la Regola; perchè tutti i nostri frati per grazia di Dio hanno buona volontà, ma fanno dei peccati per ignoranza, che non li conoscono>> (III, 66). Eusebio d'Ancona sempre, quando che era Prelato, esortava i frati alla vera osservanza della Regola e tutti i suoi sermoni li fa– ceva sopra la Regola. E quando fu fatto Generale, volle dichiarare in tutte le provincie in sei anni che fu Generale tutta la Regola. E non poco fecero frutto i suoi sermoni (III, r22). E quando il sant'uomo Francesco da Iesi giungeva al luogo, riposatosi due giorni, incominciava a sermoneggiare ai frati dello stato di perfezione che promesso abbiamo al nostro Signore Dio per la Regola, di darci opera, che pareva un Serafino tutto info– cato dell'amor di Dio, facendo quasi tutti i suoi ragionamenti so– pra la Regola, mostrando di quanta perfezione la fosse e quanto difficilmente i frati si mantengono in questa perfezione, perchè chi osserva perfettamente la Regola di S. Francesco si può chiamar santo (III, 79). NESSUNO LA PUÒ INTENDERE SE NON LA OSSERVA Io confesso ingenuamente - affermava Bernardino d'Asti -'-– che ritrovandomi tra i Riformati dei Zoccolanti, ove si parlava·

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