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RINASCITA FRANCESCANA r7 ma noi che scusa avremo? I peccati veniali meritiamo che ci siano imputati mortali. Siamo i più staccati Religiosi dal mondo che molti altri, non avendo confessioni nè altro intrico con secolari; ma viviamo di lemosine, non come quei che vivono d'entrate, che ;bisogna loro d'avere cura delle possessioni, di far le raccolte al suo tempo e altre fatiche che ci occorrono innanzi che i frutti della terra si possano godere. Ma noi senza nessuna fatica ci godiamo il pan cotto, il vino pulito e frutti maturi. Non si poteva dallo Spi– rito Santo darci un modo più spedito che noi potessimo avere le necessità della natura, che vivere di mendicità, e tutto acciocchè avessimo più tempo di poter attendere al culto divino e in parti– ,colare alla mentale oré.zione. Perchè di chi s'affatichi per guada– _gnar roba, non gli manca al nostro Signore; ma di quei che lo lo– dino e per la santa contemplazione s'infiammino nell'amor suo, n'ha molto pochi nel mondo. Però dice il Padre S. Francesco "che Gesù Cristo gli revelò: Sappi, Francesco, che io ho impetrato dal Padre mio un popolo che solo si contenti di me, e però ho eletto te con tutti quei che ti vorranno seguitare per miei particolari ser– vi, e gli vo provvedere di tutte le necessità. Ecco, dunque, i miei :figliuoli e fratelli, le promesse del nostro Signore, come ha cura di noi e come ci provvede. Chi mai avesse sperato di ricevere dal Sommo Pontefice questi favori? Non è per altro se non per volontà del nostro Signore che ispira il Santo Pon– tefice e tutti i Prelati della Chiesa Santa e tutto il mondo a farci sempre bene, acciocchè siamo mezzi tra Dio e i peccatori. E se ,quei continuamente l'offendono, noi continuamente lo lodiamo e plachiamo l'ira della Maestà sua. Tutto il mondo grida: Pregate, pregate per noi ! Che stiamo dunque a fare, che del tutto non ci spogliamo di noi stessi e diamo il cuore a Dio ? Questo è quello che vuol da noi. Chi sarà dunque tanto villano che voglia far altro che lodare la Maestà sua, avendoci posti in cosi nobile stato che facciamo .in terra quello che fanno tutti gli spiriti beati in cielo ? » (II, 401). DIO NON PATISCE COMPAGNIA « E sappiate, :figliolo, - insegnava Bernardino d'Asti - che se ,:un granello di panico vi può mettere il demonio del suo nella mente La bella e santa Riforma 2

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