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I6 LA BELLA E SANTA RIFORMA conobbero non se ne possono scordare di quel divino lume che spar– sero quei servi di Dio nel vulgo, che insino ad oggi a tutti noi ci dà il pane e ci godiamo dei loro santi ammaestramenti·; ed il buon odore che lasciarono e le loro fatiche noi tutti ci godiamo (II, 205). ESORTIAMO TUTTI I FRATI Atteso che il nostro ultimo fine è Dio, al quale deve tendere e anelare ognuno e vedere di trasformarsi in lui, esortiamo tutti i Frati a drizzare tutti i pensieri a questo segno, e li voltar tutti gl'intenti e desideri nostri con ogni possibiJe impeto d'amore; acciò con tutto il cuore, mente e anima, forze e virtù, con attuale, continuo, intenso e puro amore, ci uniamo al nostro ottimo Padre (C, 63). MEZZI 1'RA DIO E I PECCATORI Il venerabile P. Francesco da esi, standosene nel luogo di Fo– ligno, fece ai Frati un bellissimo sermone: « Sappiate, fratelli caris– simi, che i primi figlioli e gli ultimi sono più cari al loro Padre. Oggi noi tutti quei favori che abbiamo saputo desiderare abbiamo ottenuto dalla Chiesa Santa, come figlioli ultimi dell'Eterno Padre. E dico ultimi, perchè di tutto il mondo pochi si trovano che non abbiano volte le spalle a Gesù Cristo ; noi più viliuomini che siano in tutto il mondo, per un poco di buona volontà che si vede in noi, il Signore nostro tanto ci accarezza che non fu mai Congre– gazione dalla Chiesa tanto accarezzata e dai suoi Prelati. Ma che diremo del mondo? Videsi mai Religione più accarezzata di noi ? Da un lato ce ne dobbiamo rallegrare e dall'altro lato te– mere che se noi non gli siamo grati, bisogna che Dio faccia un'al– tro inferno più orrendo e più penoso che quel che ha fatto, e che ci metta dentro. Non c'è peccato nel mondo che dispiaccia più a Dio che la in– gratitudine. Però se non siamo tutti santi con tante comodità che abbiamo di servire a Dio, saremo le più infelici creature che si tro– vino nel mondo. E se agl'altri Religiosi se l'avrà da Dio qualche compassione e molto saranno scusati per non aver la comodità;

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