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I2 LA BELLA E SANTA RIFORMA fu nel primo stato, dove veramente con ogni grado di perfezione si rinnovò il primo stato della Religione e fu reso al mondo l'abito, la vita, l'umiltà, il disprezzo del mondo e la vera contemplazione che tenne il Padre San Francesco con i suoi compagni (II, 259). << Noi dunque - insegnava Ludovico da Fossombrone ai suoi Frati - che abbiamo dato principio a questa santa Riforma, non voglio che usciamo nel vivere di nostro capo, ma che ci accostiamo in tutto e per tutto all'esempio e dottrina degli antichi Padri e particolarmente del nostro Serafico Padre S. Francesco (II, 219). Statevi sicuro, fratello mio, che questa sarà una Riforma di mag– gior importanza che molte altre, perchè ripiglia il vero fondamento in tutto e per tutto conforme al nostro Padre San Francesco e al principio di quei primi Padri». E questo diceva il P. Frate Ludovico, perchè tutto il suo in– tento fu in far questa Riforma, di conformarsi totalmente a quel che dicono S. Bonaventura e i tre Compagni del modo che si viveva in quel principio (II, 154). DI DONDE CAVARONO LA FORMA DI VIVERE Pigliando per loro dottrina la sperienza e gli avvertimenti del Serafico Padre, che scritti sono per utilità universale nei libri della nostra Religione, cioè nelle Conformità, nelle Cronache dell'Or– dine, nella Leggenda di S. Bonaventura e quella che fu scritta dai tre solennissimi compagni del Serafico Padre San Francesco : F. Leone, F. Angelo e F. Rufino. Questa fu dunque la causa che i primi Cappuccini tennero gran conto di questi Jibri, e alla mensa dopo la lezione delle Scritture Sacre, poco altro si leggeva che le cose del Padre S. Francesco e della Religione; di donde cavarono la forma e il modo di vivere e come voleva il nostro Padre S. Fran– cesco che fossero gli abiti, i luoghi e le altre cose che per necessità debbano dai suoi Frati essere usate. E posero quei venerabili Pa– dri nelle prime costituzioni che con ogni diligenza e considerazione fossero ·dai Frati lette e ben considerate tutte queste cose (IV, 4).

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