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286 LA BELLA E SANTA RIFORMA sarebbe potuto tenere di non far loro la elemosina, purchè egli ne avesse nella tasca (III, 405). Molto si dilettava Vincenzo da Foiano di mangiare, per so– stentazione della natura, dell'erbe, legumi o castagne; e mangiava poco pane. Diceva al portinaio: « Di grazia, vi prego, che voi date per amor di Dio ai poverelli la mia parte del pane, e a me datemi delle castagne» (III, 340). E se fosse mandato alcun cibo superfluo, con umiltà ringra– ziandoli, lo recuseranno, ovvero con loro consentimento lo dispen– seranno ai poveri (C, 54). E perchè in quel tempo fu una grandissima carestia, andavano quei servi di Dio procurando dai ricchi e facoltosi del grano, delle fave, del pane o altre cose da mangiare, e le dispensavano ai po– veri vergognosi, che erano in massima necessità (II, 188) . . Si è anche ordinato che nel tempo delle carestie, per sovvenire ai bisogni dei poveri, si facciano le cerche dai frati a questo depu– tati dai loro Prelati, a esempio del nostro piissimo Padre, il quale aveva gran compassione ai poveri (C, 85). QUEL POVERO ERA GESÙ CRISTO Ritrovandosi Giustino da Panicale nel luogo di Bettona, la sera sul tardo, fu picchiato alla porta, e andando il portinaio, un povero con molta umiltà gli domandò la elemosina. Il portinaio gli disse che aspettasse. E andando, gli portò un pane, e gli disse: « Perdonateci, che noi ne abbiamo poco ii. Al quale il povero ri– spose: « Io so quanto ne avete e so quel che potete fare. ii. E ser– rando il portinaio l'uscio, il santo uomo Fra Giustino stava al– l'orazione in chiesa, e subito gli apparve il nostro Signore con quel pane in mano e gli disse: « Questo ho avuto dai tuoi frati ii, per– chè egli in quel tempo era guardiano, e subito disparve. Il quale Fra Giustino incominciò subito molto dirottamente a piangere, e diceva : « O figlioli, che avete fatto ? quel povero era Gesù Cri-

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