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SEMINATORI DI BONTÀ rocchè preparava le pezze per i leprosi, e tuttavia se ne stava il santo uomo col grembiale innanzi e con le forbici in mano taglian– do, cucendo e aggiustando le dette pezze, in guisa che insino che du– rava il medicare, non si sentiva nel detto ospedale chiamare da quei poveri infermi se non il Padre Ludovico. E quando aveva di– spensate le pezze, andava con viso allegro, confortandoli a uno per uno, domandando loro se avevano avuto i loro bisogni. Vi stette a quella servitù quattordici anni continui. E fu cosa meravigliosa, che stando continuamente in quelle puzze orrende, e l'estate caldi estremi, mai fu udito da nessuno lamentarsi, nè mai procurò di esserne rimosso. E quando i detti leprosi si medi– cavano, andava a uno per uno confortandoli con aspetto amore– vole, che pareva un Angelo di Dio. E come io più volte fui pre– sente, non si sentiva altro che voce di quei poverini infermi: « O Padre F. Ludovico ! dove è il Padre F. Ludovico!» Era il refri– gerio di ognuno, e aveva per officio di leggere quando mangia– vano gl'infermi e benedir la mensa e di render le grazie. E diceva la Messa ogni mattina agl'infermi nell'ospedale. E fu tanto grata a Dio e agli uomini la servitù di questo santo uomo, che essendo l'ospedale per il mal governo quasi distrutto e abbandonato, egli lo rimise a tanto buon stato; che era il primo ospedale di Roma; e tanto pulitamente era tenuto e delicata– mente amministrate le medicine e tutto quello che bisognava, che molti gentiluomini e persone nobili, nelle loro infermità, vi andavano per quella comodìtà e per esser visti da quel venera– bile Padre. E più volte li senti dire che l'estate moltiplicavano tanto gl'infermi, che mettevano tre letti, uno innanzi all'altro, e dall'altra banda tre altri letti, e per mezzo si passava, E molto spesso si veniva al numero di cinquecento letti. E se non avesse avuto altro a fare che raccomandare le anime alla morte, gli sa– rebbe bastato pure assai a far quanto poteva. Nondimeno mai mancò di tutti questi esercizi. E diceva:<< Chi avesse perso la fede, vada nell'ospedale degl'In– èurabili. Io mi sono trovato che l'ospedale era indebitato di dieci mila scudi, e tuttavia la moltitudine degl'infermi cresceva, tal– mente che molte volte ci mancava l'animo di poter resistere a una spesa così grande. Mirabil Dio ! non ci accorgevamo che mo– riva qualche personaggio e ci lasciava tanti letti, lenzuola, e altre

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