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SEMINATORI DI BONTÀ 28r assai non mi ricordo dove questo fosse, ma mi ricordo bene che mi disse queste parole nel luogo nostro di Forli : che con licenza dei superiori entrò in quella peste e fece gran bene e gran frutto alle anime, amministrando loro i santissimi sacramenti; e molti ch'erano abbandonati li serviva, e molti defunti li seppelliva, che per povertà non avevano chi li seppellisse. E sempre desiderava morir per Cristo (III, 24r). MEDICAVA LE LORO PIAGHE Ritrovandosi questo servo di Dio, Giustino da Panicale, nel servizio degli appestati, imperocchè venendo una gran peste, egli con licenza dei superiori vi si cacciò dentro, fece ai poverini appestati gran giovamento dell'anima e del corpo, facendoli con– fessare dal suo compagno, che era sacerdote, medicava le loro piaghe, e molti di loro che per povertà non avevano chi li sep– pellisse, egli dava loro sepoltura (III, 432). SI MISERO NEGLI OSPEDALI Per osservare perfettamente il Testamento, si misero negli ospedali a servire i leprosi, siccome è manifesto in Roma, in Na– poli, in Genova e in altri lati, ma particolarmente in S. Giacomo degli Incurabili di Roma, il quale ospedale era quasi abbandonato, ma entrandoci i Cappuccini, lo ridussero a tanto buon sesto che era stimato il primo ospedale d'Italia a quel tempo ; imperocchè fu tanto il concorso delle elemosine, che vi furono aggiunte stanze più che prima, più che per metà, talmente che quando si pigliava il legno, erano delle volte cinquecento letti in essere, tutti pieni di ammalati e tutta la cura era di porre i Cappuccini. La qual cosa fu grand'edi:ficazione a tutta la cristianità. E siccome io vidi e fui ragguagliato da quei Padri che avevano cura dell'ospedale, ci entravano alle volte ventimila scudi di elemosine. E fu ridotto a tanta politezza e a tanto bell'ordine e bel governo, che molti gentiluomini e signori si facevano portare al detto ospedale per godersi quella servitù .e per essere ammaestrati delle cose dell'ani– ma da quei venerabili servi d'Iddio.