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276 LA BELLA E SANTA RIFORMA Il quale Fra Matteo subito con molta allegrezza e ottimo esempio di tutta quella città, molto sollecitamente si mise tra quei appestati a servir loro e provveder loro del cibo corporale e altri bisogni. Ma quello che più importava, gli era che serviva loro del cibo spirituale, esortandoli a ricevere i santissimi sacramenti e a restituire la roba d'altri. E molti che erano abbandonati, prov– vedeva loro il tutto quello che bisognava loro ; e quando non ave– vano chi li seppellisse, dava loro con le proprie mani sepoltura. Li confessava e amministrava loro tutti gli altri sacramenti, e nel tempo della morte, mirabilmente li confortava. E fu tanto il buon esempio e grato servizio che questo servo di Dio diede nella detta città, che da tutti universalmente era riputato santo (II, ro2). CHE FACCIAMO NOI? Nel 1528 e nel 1529 fu grandissima peste e carestia grandis– sima, siccome io lo so, perchè ebbi la peste in una coscia e benis– simo mi ricordo di tutte quelle cose. Allora, in questi travagli non si vedeva altri che morti chi di fame, chi di peste e chi era da pessimi uomini ammazzato e da soldati, talmente che dove si andava, si trovavano corpi morti e lupi che se li mangiavano ; era gran terrore l'andare per viaggio, perchè si trovava pochis– sima gente, e molte città furono abbruciate, e terre che non si abitavano più. In quel tempo i poveri Cappuccini ebbero riposo, perchè ces– sarono tutte le persecuzioni; e questo perchè c'era altro da pen– sare, perchè non c'era tra Religiosi che non ci fossero degli amma– lati e dei morti, e pareva che l'aria piangesse. Per la qual cosa quel ìuoco di amore che ardeva in quei servi di Dio non potè star celato, ma entrò tra di loro uno sbisbiglio che uno all'altro di– ceva : « Che facciamo noi ? Adesso è il tempo di metter la vita per Gesù Cristo, che tanti poverini, nostri fratelli, si muiono come disperati, vedendosi abbandonati da ognuno, e la maggior parte senza sacramenti. Andiamo a ritrovare il Padre F. Ludovico e con la sua benedizione, se gli piace, andiamo chi là e chi qua a servire gli appestati». E facendolo sapere a tutta la moltitudine, se ne andarono a Camerino al luogo di Colmonzone.
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