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ANIME ORANTI 239 Figliolo. E quasi ordinariamente incominciava la sua orazione con l'afllizione della sua carne, disciplinandosi duramente, e di poi si metteva in mezzo la chiesa. E più volte fu sentito dire : « Signor mio, ti raccomando questa città ii; e poi discendeva ai particolari bisogni. Troppo sarebbe lungo in voler raccontare tutti gli accidenti che si sono visti da diversi nell'orazione di questo servo di Dio. Ma a chi ben considera la vita sua esteriore tanto buona e tanto rego– lata, facilmente può congetturare che il tutto procedeva dal grato esercizio nel quale egli si esercitava la maggior parte del tempo della santa orazione, dal quale nasce nel buon Religioso ogni bene, e più si piace a sua Maestà che in nessun'altra esercizio, essendo l'orare il fine di tutti gli altri (III, 468). PARETE UN GIOVINETTO Io una volta, ritrovandomi nel bosco di Montemalbe, desi– deroso di vedere quello che Antonio Corso faceva nel bosco, lo vidi una volta tra le altre andar passeggiando, e diceva molto piano : « Gesù mio ! Gesù mio i>! Era tanto nella faccia allegro che pareva che sempre avesse nelle guancie due rose vermiglie. E questo gli avveniva perchè di continuo la mente sua era trasfor– mata in .'Dio per il gran fervore dello spirito. E una volta io gli dissi : « Padre Frate Antonio, parete un giovinetto ; tanto siete rosso nella faccia>>. Rispose il servo di Dio : « Più altri me l'hanno detto; non so donde venga questo colore. Non può venire dal troppo mangiare ; pare che me ne vergogni per amore dei secolari di essere cosi rosso; ma pure che m'importa ii (III, 263). SENZA BATTER PUR OCCHIO Se ne stava Ludovico da Foligno, essendo guardiano nel luogo di Narni, nel tempo dell'estate quasi continuamente nel bosco. E io una volta tra le altre, lo ritrovai nel detto bosco tanto elevato in spirito e ratto fuori di se stesso che, passandogli da pres– so, niente sentì nè si mosse. Io lo vidi con la faccia rivolta verso
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