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232 LA BELLA E SANTA RIFORMA UNA BELLA PENSATA « Nelle cose spirituali ancora - insisteva Bernardino da Monte dell'Olmo - per questa poca mortificazione, molte volte ci par di fare orazione e grandemente amare Dio che noi amiamo noi stessi, seguitando i nostri appetiti, e parendoci di fare bella contempla– zione, facciamo una bella pensata. Imperocchè siccome chi non sa parlare francese, non può in quella lingua esprimere cosa ve– runa, così chi,non ha l'amor di Dio, non può amarlo; nemmeno può chi ama se stesso amar Dio, perchè sono contrari l'uno al– l'altro, come il fuoco e l'acqua. Chi ha più dell'amor di Dio ha manco dell'amor proprio ; all'incontro, chi ha più dell'amor pro– prio, ha manco dell'amor di Dio. Tutte le nostre cose che noi eser– citiamo nella Religione, se vogliamo che elle siano meritorie, bisogna che siano ordinate all'amor di Dio, altrimenti mancano del fine» (III, 63). LA MAGGIOR FATICA Angelo da Sant'Angelo in Vado quasi ogni giorno si confes– sava. E gli fu detto perchè tanto spesso si confessava. Rispose il servo di Dio: « Perchè mi esercito nella contemplazione, e que– sto esercizio vuol principalmente la coscienza netta, e i peccati veniali, quantunque non ci tolgano la grazia di Dio, infermano nondimeno l'anima nostra e la rendono difficile a potersi levare sopra se stessa. E perchè nella contemplazione niente altro ci met– tiamo del nostro che il prepararci e renderci disposti a udire quello che parla il nostro Signore Dio in noi; e quando che l'anima è ben disposta per la confessione e contrizione, Dio le mostra quello che ha da contemplare e l'accende nel amor suo, perchè Iddio si comunica alle menti pure. Ma quando che l'anima ritiene in se concetti e fantasme e immaginazioni di ogni altra cosa che di Dio, la rendono indisposta alla contemplazione. E per questo la maggior fatica che noi abbiamo è questa di conservare la mente libera dagli intrichi impertinenti. E in questo consiste ogni no– stro bene, perchè il fine della vita religiosa non è altro che un eser– cizio continuo dell'amor di Dio>> (III, 56).
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