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IN FILIALE SUDDITANZA 215 IL GUARDIANO FA TUTTE LE COSE Con tanta sincerità ubbidivano quei primi Padri e riverivano ai loro Prelati, come fosse stato proprio il Padre S. Francesco. E quando che alcuno avesse replicato, era riputato tra di loro grande scandalo, e se ne parlava:« Oimè, ha avuto ardire di replicare alla ubbidienza» ! E dicevano : «Ogni volta che io sono certo che il Prelato vuole che si faccia una cosa o non vuole che si faccia, io sono tenuto di coscienza». Talmente che era tanto stretta la ub– bidienza tra quei venerandi Padri, che si poteva dire senza bugia che nel luogo il Guardiano faceva tutte le cose. E così degli altri Prelati (IV, 12). RICERCARE LA VOLONTÀ DI DIO Quando Fra Ludovico da Stroncone intese che i Cappuccini avevano preso a governare l'ospedale di S. Giacomo degli Incu– rabili; per conformarsi al Padre S. Francesco, con molta istanza pregò il P. F. Ludovico da Fossombrone che gli piacesse di met– terlo al servizio dei poveri lebbrosi, dove intendeva di fare per amor di Dio gli esercizi più vili. Dall'altro lato ripensando al fatto, incominciò a dubitare e dire tra se stesso : che so io se Dio mi chiama a questo esercizio; io ho fatto errore di chiedere tal cosa, imperocchè in queste simili imprese se ne deve ricercare la volontà di Dio. Per la qual cosa gli scrisse di nuovo : << Padre venerabile, il mio intento fu di esercitarmi nella mortificazione quando io vi scrissi dell'ospedale; ora mi ritratto e con ogni soggezione mi rimetto alla vostra volontà». Ma quando piacque al Signor Iddio che dai suoi superiori vi fu posto, ne porse Je mani al cielo e rin– graziando Dio, disse : « Orn io vedo che il Signore vuole che io mi eserciti nella virtù della carità del prossimo>> (III, 264). E se qualcheduno di loro alcuna volta dava occasione di es– ser posto in qualche luogo di famiglia, mai si quietava insino che non si faceva levar di quel luogo, parendogli di esser proprietario della propria volontà (IV, 183).
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