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214 LA BELLA E SANTA RIFORMA PRONTAMENTE E tanta era la soggezione e riverenza dei loro maggiori, che ba– stava loro solo lasciarsi intendere la loro intenzione, che subito la mettevano in esecuzione; e come uomini perfetti si sforzavano non solo di obbedire ai precetti dei loro maggiori, ma alla semplice intenzione loro. E così facevano in tutte le cose che si spettano .alla perfetta osservanza della regola (II, 457). Laonde andavano tanto prontamente dove la santa obbe– dienza li mandava, che quantunque ci vedessero delle difficoltà. massimamente quando si pigliavano provincie nuove, nondimeno se ne gloriavano che il loro superiore pigliasse sicurtà di loro. Il medesimo era nel luogo, che mai avreste sentito frate nessuno che si fosse scusato, nè fatto in modo nessuno resistenza alla ob– bedienza santa. Ma quando sentivano la voce del suo Prelato, ge– nuflessi con molta mansuetudine obbedivano al loro Prelato, tal– mente che durò assai tempo che pochissimi frati stavano lungo tempo in una medesima provincia e in uno stesso luogo (IV, r88). Antonio da Monteciccardo raccontava che venendo un santo uomo della Religione Francescana, il quale per i molti miracoli .che egli faceva era stato chiamato a Roma dal Pontefice per par– lare con esso lui delle cose di Dio, e passando dal luogo ove stava egli in quel tempo, vide quel santo uomo che stando alla mensa coi frati si leggeva lo Specchio di Croce, elevarsi di terra, e per buon spazio se ne stette fermo nell'aria rapito, insino che i frati finirono di mangiare; e andando in chiesa per rendere grazie, lo ritrovarono, ritornando al refettorio, così rapito. E ne recitava un altro esempio del guardiano del detto luo– go, che volendo far esperienza se quello era così santo come era stimato, una mattina dopo la messa lo chiamò da banda e gli disse.: «Padre, vorrei che mi aiutaste a lavorare un poco nell'orto».-Ri– spose il santo uomo: « Io posso poco, quel poco che posso molto volontieri ». - Vedendo la prontezza della ubbidienza, si confermò il guardiano che fosse un santo uomo (III, 230).

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